Corruzione al Bo Ravazzolo-De Negri prime conferme
«L’ingegnere Ravazzolo e l’impresario De Negri? Avevano una frequentazione assidua ... Lo sapevano tutti... E li vedevano tutti». La conferma è arrivata ieri da un architetto in servizio nell’Area...
«L’ingegnere Ravazzolo e l’impresario De Negri? Avevano una frequentazione assidua ... Lo sapevano tutti... E li vedevano tutti». La conferma è arrivata ieri da un architetto in servizio nell’Area edilizia e sicurezza dell’ateneo (non indagato) interrogato dagli investigatori della Sezione di polizia giudiziaria della procura, impegnati nell’inchiesta “università pulita”. Un architetto che ha fornito una serie di chiarimenti sull’assegnazione degli affidamenti in via diretta per lavori previsti sempre sotto la soglia dei 40 mila euro, il limite che consente di evitare la gara pubblica. A chi? Di regola alle ditte “amiche” chiamate a provvedere alla manutenzione dei vari immobili dell’Università. Il dipendente inquadrato nell’organigramma tecnico ha pure ribadito – come già era stato accertato – che il vertice dell’Area edilizia non ha mai provveduto a redigere un albo dei fornitori dal quale, come prevede la normativa, “pescare” a rotazione le imprese destinatarie dei lavori in affidamento diretto. Insomma tutto era lasciato alla totale discrezionalità dei tecnici, dei funzionari e del dirigente.
La contropartita? Tangenti sotto forma di danaro oppure di altri benefit (come i lavori per oltre 50 mila euro realizzati nel lussuoso appartamento di Valdagno di proprietà dell’ingegnere Ravazzolo): è l’ipotesi degli inquirenti coordinati dal capo della procura Matteo Stuccilli e dal pm Sergio Dini. Nel mirino dell’inchiesta gli affidamenti e le gare d’appalto dal 2015 a oggi, compresa una gara di 250 mila euro del 2014.
Intanto ieri sono stati notificati ai 17 indagati (a vario titolo) per corruzione e turbativa d’asta (compresi i due agli arresti domiciliari, l’ingegnere Ravazzolo e l’impresario Massimiliano De Negri) un avviso per lo svolgimento di accertamenti tecnici non ripetibili sul materiale informatico sequestrato come sui pc. Con il nominativo del consulente incaricato dalla procura. Ora gli interessati potranno a loro volta nominare un tecnico di fiducia. Nel frattempo sono cominciati gli interrogatori. Ma i primi convocati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere come è prevedibile che faranno tutti finché non avranno in mano le carte dell’indagine che li riguardano.
Cristina Genesin
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