Così è morta Elisabeth, uccisa a due anni dall’influenza

PADOVA. Dimessa dal Pronto soccorso pediatrico con la diagnosi di un semplice «mal di pancia», deceduta in Rianimazione cardiologica pediatrica nove giorni dopo. Elizabeth Iguma, due anni appena, residente a Sacro Cuore in via Franzela, è morta tra crisi di vomito e febbre altissima. È l’ultima vittima dell’influenza in Veneto, la tredicesima dall’inizio dell’epidemia. I genitori, tuttavia, non si sono rassegnati perché ritengono che ci siano delle grosse responsabilità da parte dei medici e per questo martedì mattina hanno firmato un esposto che è stato inviato in Procura.
Febbre e vomito. Le pene per la piccola Elizabeth erano iniziate l’11 gennaio scorso, di domenica. Spaventati per le continue crisi di vomito i genitori hanno richiesto l’intervento dell’ambulanza ed è proprio a bordo di un’autolettiga che la bimba è arrivata al Pronto soccorso pediatrico intorno alle 21. È stata accolta con un codice verde (di media gravità) e dimessa dopo circa due ore in codice bianco con tanto di obbligo per i genitori di pagare il ticket. «Semplice mal di pancia», sostenevano i medici. Tesi confermata anche il giorno successivo dal pediatra di base che ha prescritto farmaci generici.
L’ultimo ricovero. I giorni passavano ma la situazione non migliorava, anzi. Così venerdì sera la bimba è stata nuovamente portata in ospedale e ricoverata d’urgenza in terapia intensiva dove hanno provato a salvarla con l’Ecmo, una tecnica di circolazione extracorporea utile a pazienti con insufficienza respiratoria o cardiaca acuta. Ma nonostante tutti i tentativi la situazione clinica è precipitata. Martedì mattina, quando si sono resi conto di quello che stava accadendo, i genitori sono corsi a firmare un esposto destinato alla Procura della Repubblica. Martedì sera, verso le 23, il cuore della bambina s’è fermato per sempre. Nell’esposto sono stati indicati tutti i passaggi dall’11 gennaio scorso al giorno della morte. Chiaramente vengono indicate presunte colpe mediche che ora l’autorità giudiziaria dovrà chiarire.
Il report della Regione. Sono 13 le persone morte in Veneto per le complicazioni derivate dall’influenza dall’inizio dell’epidemia. Lo segnala il report settimanale elaborato dal Settore Promozione e Sviluppo Igiene e Sanità Pubblica della Regione, riguardante il periodo dal 12 al 18 gennaio, che ha fatto segnare un’incidenza ancora alta, pari a 97,5 malati ogni 10 mila abitanti. Un tasso che fa stimare in circa 48 mila i veneti colpiti dal virus sinora. La bimba di Padova, secondo quanto accertato dalla Regione, era affetta dal ceppo H3N2, e non dal più temuto H1N1, impropriamente definito “Suina”. Non è ancora stato possibile determinare se fosse vaccinata o no. «È doloroso dover registrare questo aumento di decessi» ha sottolineato l’assessore alla Sanità Luca Coletto. «Na si tratta di eventi che non si possono mai escludere, soprattutto in presenza di un’influenza stagionale così aggressiva e di un netto calo delle vaccinazioni dovuto al caso Fluad e anche a una certa diffidenza diffusasi a prescindere tra la gente in tutta Italia, anche a causa delle molte informazioni distorte che circolano incontrollate sul web. Gli ospedali veneti stanno affrontando questa situazione. Medici e infermieri si prodigano senza sosta».
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