Così l’aumento 2014 di Veneto Banca fu deciso “a tavolino”

PADOVA. È successo il contrario di quello che doveva accadere. Perché, oggi si scopre grazie ai verbali di contestazione Consob, che l’aumento di capitale 2014 partì con una precisa pianificazione commerciale, non regolata da norme interne. Un approccio «top-down individuato dall’alta direzione di Veneto Banca che non riflette le reali esigenze e caratteristiche della clientela». In sintesi: la Popolare, nel 2014, definì a priori a chi vendere le azioni senza guardare ai profili e all’adeguatezza. Fece una lista per geografia e contattò i soci prima dell’avvio dell’aumento e, pur avendo compiuto solo in minima parte la verifica di appropriatezza, laddove non ci fu, cambiò le carte in tavola dicendo che l’operazione avveniva su iniziativa del cliente. A cui neanche fu data copia della sua prenotazione di titoli.
I fatti: prima dell’approvazione del prospetto da parte di Consob e prima dell’avvio dell’aumento (il 26 giugno 2014) la banca avviò un piano per raccogliere le manifestazioni di interesse su carta intestata di cui «al cliente non fu rilasciata copia». Consob ha ricostruito l’attività svolta dalla banca per direzioni territoriali al fine di «spingere queste pre-adesioni». A Nordest dal 28 marzo al 26 giugno 2014 sono stati firmati 3.757 contratti per 46 milioni di acquisti. Il capo della direzione dichiara agli ispettori Consob «di aver individuato i soggetti da contattare sulla base di elenchi forniti». «Un cluster di clientela già socia con partecipazioni sotto i 500 pezzi». Di questi oltre 3 mila poi 2.949 (l’82,6%) ha aderito all’aumento (la prenotazione non era vincolante) sottoscrivendo l’importo prenotato. Il Centro Nord raccolse 54 milioni in ordini. Le sottoscrizioni sono state poi di 13,8 milioni. «Diamoci dentro a tutta! - scrive via mail il direttore dell’area Centro Nord -la settimana entrante è la più importante, perché precede l’esordio. Il fieno messo in cascina oggi è la nostra dote per l’esordio dell’aumento». Era il 17 giugno 2014. L’aumento di 500 milioni sarebbe partito il 26 giugno e sottoscritto al 95% da 45.640 soggetti. Allora era presidente Francesco Favotto, il dg Consoli dichiarò: «Considero l’operazione un grandissimo successo in un periodo di tempo molto breve». Nello stesso lasso, la banca piazza anche un’obbligazione a tasso fisso in scadenza proprio nel 2017. Anche questa rientra nella proposta commerciale visto che il 67,30% di chi aderì all’aumento acquistò anche il bond. Molti (il 29%) lo stesso giorno. Questi clienti erano stati scelti secondo profilature adeguate? I dati Consob dicono che solo il 38,99% delle operazioni di acquisto è risultato adeguato. Il 60,83% fu eseguito senza valutazione in correlazione «a un’asserita iniziativa del cliente» e l’8,45% fu inappropriato. Consob spiega anche che 12.520 operazioni su inoptato (per 167 milioni) sottoposte alla valutazione di adeguatezza e risultate inadeguate, «furono riproposte in regime di appropriatezza e dunque ad asserita iniziativa del cliente». (e.v.)
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