«Costretta a fare foto porno»
Ha una passione per le prostitute che frequenta. E non lo nega. Ma nessuna violenza, per carità nonostante i precedenti. Invece di violenza sessuale è stato accusato da una “bella di notte” trentacinquenne di origina romena che sostiene di essere stata costretta a farsi fotografare in posizioni acrobatiche e senza nulla addosso. Un angolo di strada – perché lì’ avvenivano gli incontri e i contatti – trasformato in un “set” da film pornografico. Con un’arma puntata addosso. Solo che l’arma si è poi rivelata una pistola giocattolo. Così è finito sotto inchiesta A.P., 59enne di Treviso, ex militare che per anni ha prestato servizio al distretto militare di Padova, già condannato per aver rapinato alcune prostitute e poi, in cella, taglieggiato anche da alcuni detenuti. Il pubblico ministero padovano Roberto Piccione, titolare dell’indagine, ha chiesto e ottenuto di interrogare la (presunta) vittima nell’ambito di un incidente probatorio, istituto giuridico che consente di acquisire quella testimonianza e di farla valere come prova in un eventuale processo senza la necessità di convocare in aula la donna. Lei ha raccontato che, una sera tra il maggio e il giugno 2014 in zona industriale, il trevigiano l’aveva fatta salire a bordo della sua auto per consumare un rapporto. Poi s’era fermato in una zona buia e l’aveva minacciata con l’arma per fotografarla in pose hard, costringendola a toccarsi sempre sotto l’obiettivo. Incalzata dal difensore dell’indagato, l’avvocato Alessandra Nava, la donna ha poi “corretto” il tiro ammettendo più incontri con l’uomo: solo in un’occasione sarebbe stata forzata. Era stata la 35enne a presentare denuncia: dopo quel particolare incontro, era stata fermata per un controllo dalla polizia e aveva segnalato l’accaduto. A.P. era stato subito indagato: durante una perquisizione a casa sua, era stata sequestrata una macchinetta fotografica contenente una trentina di foto porno riguardanti non solo la romena ma pure altre “colleghe” (cri.gen.).
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