«Costretti a pagare il pizzo o esplodevano le salme». Rischiano il processo in 42

PADOVA. Pizzo sui defunti, 42 imputati davanti al gup che deve decidere se mandarli a processo. Ben 14 addetti ai servizi cimiteriali, dipendenti dell’Azienda Ospedaliera ricevevano una cinquantina di euro di mazzetta per ogni salma, dagli impresari delle pompe funebri di turno, in modo da aggirare il pagamento della tariffa (di 80 euro) per prestazione di servizio obitoriale. A vario titolo gli imputati sono accusati di corruzione, falso e truffa. Il giudice Domenica Gambardella non ha deciso l’altro giorno rinviando al 13 dicembre prossimo visto che l’avvocato Alberto Berardi per il suo assistito, Loris Brogio, ha chiesto che la corruzione venga derubricata in concussione per induzione. In pratica il suo cliente, titolare di una impresa funebre, e altri colleghi avrebbero ammesso di essere costretti a pagare, altrimenti la salma di turno veniva maltrattata. Lo stesso Brogio – a verbale – ricorda che in un’occasione una salma era esplosa dal gran caldo prima del funerale. Quella volta non aveva pagato il pizzo e gli addetti l’avevano lasciata più giorni fuori dal frigo, con temperature quasi africane.
l’imputazione è la medesima
Ai dipendenti dell’Azienda che si occupavano dei servizi dell’obitorio viene imputato, in concorso con i responsabili delle imprese funebri, «di avere in essere un patto corruttivo che prevedeva la sistematica corresponsione da parte delle imprese di somme di denaro finalizzate al compimento di generici servigi di favore, oltre a precisi atti contrari ai doveri d’ufficio quali la falsa attestazione sulla conformità della salma – ossia la non vestizione – che evitava alle imprese funebri il versamento all’Azienda Ospedaliera della prevista tariffa per prestazione di servizi obitoriali di 80 euro». Per i soli dipendenti pubblici poi c’è la contestazione del falso, per aver attestato la conformità delle salme nei moduli di autocertificazione da presentare all’ospedale ai fini del pagamento o meno dei servizi. Da qui scatta la contestazione della truffa visto che il dipendente dell’obitorio non faceva incassare all’ente gli 80 euro e si intascava in nero una somma leggermente inferiore. Inutile dire che l’Azienda è parte offesa in questo procedimento.
un esposto anonimo
A dare il via agli accertamenti degli inquirenti fu – come spesso accade – un esposto anonimo, benché più di qualche spontaneo contributo alle indagini sia arrivato agli investigatori da parte di persone inorridite di fronte all’andamento di quella situazione ritenuta non più tollerabile. Quando si verifica un decesso il soggetto viene trasferito in obitorio in qualunque condizione. Le regole applicate dall’Azienda ospedaliera prevedono il pagamento di un “ticket” di circa 80 euro per la cosiddetta ricomposizione della salma che prevede toelettatura, vestizione e il trattamento della salma per renderla presentabile e in grado di lasciare un buon ricordo.
cimici in obitorio
Tra le fonti di prova nel fascicolo coordinato dal pm Maria D’Arpa che ha condotto l’indagine ci sono le intercettazioni video ambientali in obitorio e le intercettazioni telefoniche tra i protagonisti. –
Gli indagati
Dipendenti Azienda Ospedaliera: Michelangelo Borgato, Alfonso Maiorino, Paolo Buischio, Fabrizio Moscon, Stefania Cacace, Maurizio Dornetti, Alessandro Degan, Roberto Coccato, Franco Rittà, Massimo Menin, Diego Carraro, Graziano Scarabello, Giorgio Nardo, Giampaolo Bacchin.
Titolari o addetti imprese funebri: Filippo Berto (Impresa onoranze funebri Berto), Roberto Ferro e Marina Bergamasco (Iof Antoniana), Loris Brogio, Kevin Lissandron, Manuel Domenico Gobbato, Riccardo Miozzo, Daniele Fassina (Iof Brogio), Lorenza Maretto e Giacomo Allibardi (Iof Al.Da e Allibardi), Ulisse Carlassara (Iof Carlassara), Michele Allegro (Iof Gallinaro), Bruno, Simone e Ilenia Bortolotto (Iof Bortolotto), Umberto De Gaspari (Iof De Gaspari), Alessandro Tollin e Massimo Lorenzetto (Iof Artigiana), Paolo, Enrico e Davide Marcolongo (Iof Marcolongo), Valter e Stefano Loreggian (Iof Loreggian), Ivo Scapolo (Iof Antenore), Dennis Gasparin (Iof Gasparin), Luca Bonfante (Iof Bonfante), Danny Lazzarin e Michele Cappellozza (Iof Csl)
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