Creare i luoghi dell'innovazione è la missione primaria di Unismart

Il prorettore al trasferimento tecnologico dell’Università di Padova racconta la sfida dell’azienda nata due anni fa per il trasferimento di conoscenza e tecnologia 

«Le industrie dell’innovazione portano alle città in cui si concentrano, buoni posti di lavoro, non solo direttamente nel settore dell’innovazione, ma anche indirettamente in altri settori, specialmente nei servizi locali, e così incidono sull’economia locale molto più in profondità di quanto risulti dal loro effetto immediato. La ragione è che attrarre in una città uno scienziato o un ingegnere informatico significa innescare un effetto moltiplicatore che va ad aumentare i posti di lavoro e i salari di chi fornisce servizi locali.

"Specificamente, la mia ricerca dimostra che per ogni nuovo posto di lavoro ad alto contenuto tecnologico creatosi in una città vengono a prodursi cinque nuovi posti, frutto indiretto del settore hi-tech di quella città; e si tratta sia di occupazioni professionalmente qualificate (avvocati, insegnanti, infermieri etc.) sia di occupazioni non qualificate (camerieri, parrucchieri, carpentieri etc.)»

Così scrive Enrico Moretti professore di economia all’Università di Berkeley in California, nel suo libro, ormai famoso, “La nuova geografia del lavoro”. Per il territorio, l’Università deve fungere da catalizzatore di iniziative di trasferimento e “ibridazione” di conoscenza e tecnologia mediante la creazione di veri e propri hub fisici dell’innovazione dove la stessa università, startup tecnologiche, ricercatori, studenti e imprese convivano e lavorino insieme.

E’ questo uno dei modi quindi per arginare il fenomeno dei “cervelli in fuga”, che da negativo può volgere in positivo se da “fuga” muta in “circolazione”. Si devono creare le condizioni affinché tali cervelli possano ritornare, rientrare. Ma per andare in questa direzione non bastano le leggi, il clima e il Belpaese; servono azioni e iniziative che facciano nei fuggitivi sorgere il desiderio di tornare perché anche qui possono trovare quello che cercavano quando sono partiti.

E’ in questo contesto che nasce “Unismart Padova Enterprise” con lo scopo primario di mettere in comunicazione le competenze che si trovano all’interno della nostra Università e le imprese del territorio e creare un luogo fisico dove si parli di innovazione, e la si faccia anche.

Unismart è una azienda (una srl partecipata al 100 % dall’Università di Padova il cui presidente del CdA è lo stesso Magnifico Rettore) che parla lo stesso linguaggio delle aziende che ad essa si rivolgono per creare percorsi di innovazione di prodotto e di processo insieme ai nostri gruppi di ricerca.

E’ nata circa due anni fa e rimane ancora oggi l’unico esempio in Italia di una struttura di questo tipo. In questi due anni ha operato per e con le aziende in diversi modi. Offrendo servizi molto apprezzati di “Innovation consulting”, fornendo project manager per seguire con attenzione i progetti di ricerca sviluppati in collaborazione con i nostri laboratori e ricercatori, organizzando “hackathon”.

Unismart accompagna in questo modo le aziende in percorsi di innovazione che per alcune di esse sono sfociati nella partecipazione a progetti Horizon 2020 con il duplice vantaggio di vedersi finanziata la ricerca con fondi europei sostanziosi e operare in un ambiente costituito da partner provenienti da paesi diversi con culture diverse. La quantità e la qualità dei servizi offerti hanno portato alla necessità di assumere personale qualificato, in possesso non solo del titolo di laurea, ma anche per molti casi il dottorato di ricerca.

Oggi Unismart conta, oltre al direttore, più di 12 persone con la prospettiva di altre 4-5 assunzioni nell’arco del 2019. E anche il conto economico quest’anno, dopo la fase di startup, è in attivo avendo prodotto utili che potranno essere reinvestiti in personale, servizi, attrezzature per la nostra università.

Ma la cosa più originale che Unismart ha creato è la “community” che amo definire un “salotto di conversazione” dove si pratica l’Innovazione Aperta (Open Innovation). Aziende, ricercatori, spin-off universitari, startup, Venture Capital, Associazioni di categoria, banche e molti altri soggetti del mondo dell’impresa e dell’innovazione hanno la possibilità, frequentando le molteplici attività che la community promuove, di contaminarsi con culture, tecnologie e idee diverse.

Ad oggi contiamo più di 70 imprese che hanno aderito alla community e che partecipano non solo in modo passivo alla stessa, ma che hanno assunto il ruolo di attori principali con proposte di eventi e attività che Unismart è sempre pronta ad accogliere.

Unismart e la nostra Università non sono gli unici attori che si occupano di trasferimento tecnologico nel nostro territorio. Ci sono tante altre realtà che hanno capito come sia necessario lavorare per far crescere la cultura dell’innovazione delle nostre aziende.

Se sapremo progettare e agire insieme, lasciando da parte individualismi e campanili affinché si possa lavorare per il bene comune con lo sguardo rivolto soprattutto alle future generazioni, sono convinto che insieme realizzeremo un grande progetto che porterà Padova a competere con i migliori centri di innovazione d’Europa realizzando benessere e soprattutto creando nuovi e qualificati posti di lavoro.

Penso che la sfida non sia facile, ma nello stesso tempo necessaria. La crescita di un Paese e di un territorio può avvenire soltanto traguardando il futuro remoto, attraverso “un cannocchiale” che ci consenta di vedere lontano, per agire oggi con lungimiranza!


 

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