Cresce l’abbandono di cani davanti al rifugio di Rubano

Ogni giorno ignoti lasciano ai cancelli scatoloni con qualche animale dentro La struttura ha attrezzato uno spazio anche per i gatti, ma ormai sta scoppiando
Di Cristina Salvato

RUBANO. Cinque cuccioli di appena un mese, affamati e pieni di parassiti, sono stati abbandonati dentro una gabbia, davanti alla porta del Rifugio del cane di Rubano. Martedì mattina i volontari hanno sentito un'auto sgommare veloce e un guaito continuo: aperto il portone, si sono trovati davanti una gabbia con i cinque cuccioli, terrorizzati e affamatissimi. «Se chi li ha abbandonati ci avesse suonato il campanello» racconta Giovanna Salmistraro, presidente della Lega del Cane che gestisce il canile di Rubano «avremmo accolto i cuccioli e ci saremmo offerti di aiutare questa persona a sterilizzare la loro mamma, per evitare di vederci scaricare tra qualche mese un'altra cucciolata. Invece ha preferito mollarceli davanti alla porta: certo, meglio qui che in strada. Che poi è una tendenza che stiamo vedendo prendere sempre più piede, quella dei privati che ci portano qui i cani che non vogliono più».

Nel Padovano l'abbandono per strada è pressoché scomparso e sempre più spesso le persone si rivolgono al canile di Rubano per sapere se è possibile portare il loro animale, che per le più svariate ragioni non possono o non vogliono più tenere. «C'è chi ce lo porta perché ormai è vecchio e non ha voglia di occuparsene» prosegue Giovanna «destinando un cane che ha vissuto sempre in una famiglia a morire in canile. O c'è chi trasloca o divorzia, chi "scopre" che i cani sporcano o scavano le buche in giardino. Attualmente abbiamo 115 cani ospitati e fortunatamente le adozioni sono sempre molto numerose, ma altrettanto lo sono gli ingressi: quest'anno sono stati circa 130 tra quelli recuperati dal servizio veterinario o trasferiti dal Sud d'Italia e una sessantina di privati che se ne sono sbarazzati. Riceviamo in media una ventina di queste richieste al mese e in lista di attesa per entrare, visto che non abbiamo posto, ce ne sono una decina». Non solo cani finiscono al rifugio, ma di recente pure micini: negli ultimi tre mesi ne sono stati dati in adozione una quarantina e pur non essendo un gattile, i volontari hanno speso 1.500 euro sper allestire una stanza e curarli. «Soldi che vanno a sommarsi a quelli che già spendiamo per cibo e cure dei cani» prosegue la presidente «e ai 25 mila euro per l'acquisto di un centinaio di cucce coibentate, che consentano ai cani di trascorrere l'inverno senza patire il freddo. Tutte queste spese gravano su di noi, perché pur accogliendo cani dall'intera provincia, la maggior parte dei Comuni non ci devolve alcun un contributo».

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