Cresima, polemica sulle offerte

Il parroco: «Ognuno può mettere nella busta quanto vuole»

ALBIGNASEGO. Oggi nella parrocchia di San Giacomo maggiore di Albignasego si celebrerà la cresima. Tutto bello, se non fosse che un genitore non ha ritenuto corretto il pagamento di 10 euro richiesto a ogni famiglia, visto come imposizione obbligatoria, che invece la parrocchia sottolinea trattarsi di un suggerimento e che i soldi sono destinati, come ogni volta che si celebra un sacramento, alla Caritas.

«Mi sorprende molto la tariffa di dieci euro per il vescovo, tariffa fissa obbligatoria», scrive il genitore di una ragazzina. «Siamo arrivati al punto che bisogna pagare per una consacrazione e poi ci si chiede come mai sempre meno persone frequentano la Chiesa. Mi risulta (parole anche di Papa Francesco) che la Chiesa debba aiutare e donare specie ai più bisognosi e negli ultimi anni le persone in difficoltà sono molte, ma a quanto pare è un dato secondario». I soldi, a dire il vero, vengono raccolti tra i genitori dei cresimandi in buste chiuse e anonime e consegnati alla Curia, che le destinerà alla Caritas. «Non mi occupo personalmente della raccolta delle offerte», spiega il parroco, don Valerio Pietrobon, «perché ci pensano dei genitori che si sono offerti di farlo. Nessuno ha imposto nulla, ma si tratta di un suggerimento: ognuno è libero di introdurre nella busta quanto vuole. Non mi metto a polemizzare, comunque, con chi non capisce che si tratta di un gesto di gentilezza e cortesia».

Cristina Salvato

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