Crolla il controsoffitto allo studentato “Nievo”

Crollano due pannelli del controsoffitto nella palestra della residenza per studenti universitari “Nievo” dell’Esu: il fatto è accaduto intorno alle 20 di giovedì sotto gli occhi di alcuni ragazzi che in quel momento erano presenti. Per fortuna nessuno è rimasto ferito. Il crollo ha subito scatenato la rabbia degli studenti, in particolare perché la perdita d’acqua sul soffitto era stata segnalata all’ente. E se da una parte il sindacato degli studenti Link denuncia le gravi carenze nelle manutenzioni delle residenze Esu, dall’altra è proprio l’ente che assicura che gli edifici sono tutti a norma e snocciola cifre e progetti su rinnovamenti e ristrutturazioni in corso.
La denuncia degli studenti. «È inaccettabile» interviene Nicola Pelusi, rappresentante degli studenti di Link, «che la salute e l’incolumità degli studenti e delle studentesse vengano messe a rischio dai continui tagli al Diritto allo Studio. Da anni ci occupiamo di denunciare la situazione delle residenze universitarie, ma la voce degli studenti e delle studentesse non è stata ascoltata: provvederemo immediatamente a fare richiesta affinché le condizioni delle residenze diventino una priorità della Regione Veneto e dell’Esu». Secondo il sindacato Link gli studenti della residenza “Nievo” avevano già provveduto a segnalare i malfunzionamenti dell’impianto idraulico: «Non c’è stato alcun riscontro da parte dell’amministrazione che non ha effettuato i dovuti controlli» chiosa Pelusi. E rincara la dose Enrico Mazzo dell’Udu: «Questo è solo un caso, ma gli studenti segnalano di continuo la mala gestione delle strutture e le conseguenti situazioni di pessima vivibilità. Difetti strutturali e scarsa manutenzione degli edifici non riguardano solo le residenze, ma gli edifici dei dipartimenti e le strutture che ospitano le aule didattiche del nostro Ateneo. Il taglio dei fondi è una scelta politica».
La replica dell’Esu. Sulla questione interviene il direttore generale dell’ente, Stefano Ferrarese che mette subito in chiaro la genesi dell’episodio di giovedì sera alla “Nievo”: «Gli operai intervenuti hanno scoperto che uno studente si era tagliato i capelli gettandoli nella doccia: lo scarico si è così intasato e l’acqua tracimando ha provocato il crollo del pannello in polistirolo. Questo» puntualizza Ferrarese, «per riportare l’evento nella giusta dimensione. Tutti gli edifici che gestiamo rispondono ai requisiti di sicurezza richiesti dalla legge, nessuno è a rischio». Delle dodici residenze gestite dall’Esu in città, tre sono state chiuse proprio perché non rispondenti ai requisiti di sicurezza: la “Meneghetti” è stata danneggiata dai terremoti degli anni scorsi, la “Tartaglia” e la “Facciolati” sono troppo vecchie e per sistemarle sarebbero necessari investimenti milionari al momento non disponibili. «Ogni anno vengono stanziati 500 mila euro per la manutenzione delle residenze degli studenti» sottolinea il direttore, «e proprio sulla “Nievo” che è una delle residenze più datate, è in programma per l’estate il rifacimento dei bagni comuni per una spesa di 40 mila euro. Un altro importante investimento di 250 mila euro è destinato al ripristino della scala della “Meneghetti” danneggiata dal sisma. Stiamo poi progettando un intervento importante alla “Ederle”, anche questa struttura piuttosto vecchia, per sistemare tetti, facciate e interni, in accordo con l’Università che ne è proprietaria. Nessuno può sostenere che non ci sia attenzione e cura per gli edifici, il lavoro che viene fatto è tanto».
Le manutenzioni. L’Esu conta su una propria squadra di 5 operai cui vengono demandati tutti gli interventi di manutenzione minore: dal cambio lampadine, alla riparazione di maniglie, rubinetti e altri piccoli lavori. La media è di 250 interventi al mese. Il ricorso a ditte esterne interviene per lavori più importanti, come può essere la sostituzione di un infisso: in questo caso la media è di 30 chiamate al mese, per un totale di circa 400 l’anno. «Le nostre strutture non sono come alberghi usati per poche ore» fa notare Ferrarese, «le stanze e i servizi vengono utilizzati 24 ore su 24 dagli studenti, quindi usura e rotture non si possono evitare, ma l’impegno è costante per tenere al massimo dell’efficienza tutti gli ambienti».
I servizi. L’Esu mette a disposizione circa 1.400 posti letto per gli studenti tra residenze e foresterie: i canoni vanno da 55 a 210 euro, per i borsisti la somma viene trattenuta direttamente dalla borsa di studio, salvo quando le assegnazioni ritardano e lo studente è costretto ad anticipare di tasca propria. «Anche quest’anno tutti gli aventi diritto che ne hanno fatto richiesta - capaci, meritevoli e privi di mezzi - hanno ottenuto l’alloggio» assicura Ferrarese. Gestite dall’Esu anche quattro mense (San Francesco, Nord Piovego e Agripolis a Legnaro) che servono un milione di pasti l’anno. Ci sono convenzioni per la mensa con altri cinque locali in città.
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