Crollo del Muson, inchiesta aperta

S’allarga il fascicolo del pm Federica Baccaglini sulla sicurezza idraulica

VIGODARZERE. I lavori ordinati dal Genio civile per la sicurezza idraulica di numerosi corsi d’acqua della provincia, dopo l’alluvione del novembre 2010, sono sotto la lente della procura.

Il pubblico ministero Federica Baccaglini sta compiendo accertamenti anche sulle opere di consolidamento eseguite lungo il Muson dei Sassi a Vigodarzere. Le opere di ripristino arginale successive all’alluvione che ha sommerso mezzo Veneto non hanno interessato il tratto di circa 30 metri che proprio la settimana scorsa è crollato di circa 70 centimetri, ma altre zone. Una relazione sulla frana della settimana scorsa è entrata sul fascicolo del pm. Lo si è appreso ieri e quindi si può dire che lunghi tratti del Muson rientrano nel fascicolo che riguarda i lavori realizzati dal Genio civile lungo l’argine del fiume Frassine finiti nel mirino della procura. Nuovi accertamenti sono stati ordinati ai carabinieri dal pm Baccaglini che coordina l’indagine anche per quanto riguarda gli interventi lungo l’asta del Bacchiglione dove, la notte fra l’1 e il 2 novembre 2010, gli argini si sono sbriciolati, mentre acqua e fango hanno ingoiato tutto a Roncajette, Casalserugo e Bovolenta. Negligenze passate e presenti negli interventi del Genio erano state denunciate dal Comitato alluvione 2010 con un esposto depositato in procura dall’avvocato Massimo Malipiero. Il cedimento del tratto arginale del Muson è stato creato da un’infiltrazione d’acqua e se non si interveniva in tempi rapidi si rischiava che l’intero tratto collassasse, mettendo a serio rischio l’incolumità pubblica. E infatti già da ieri il Genio civile è al lavoro con i propri tecnici per il consolidare il tratto. È stato un intervento provvidenziale visto che in una sola notte il livello del Muson si è alzato di un metro, dopo le pioggie dei giorni precedenti.

Ora si procederà con lo sbancamento del terreno franato, che non garantisce più la solidità stessa dell’argine e si rafforzerà il tratto con dei sassi. Il medesimo intervento eseguito anche nei giorni critici dell’alluvione in altri corsi d’acqua della provincia. L’intervento, “seguito” con attenzione dalla procura durerà all’incirca un mese e avrà un costo stimato di circa 80.000 euro. La speranza, soprattutto dei residenti, è di avere un’argine in completa sicurezza almeno per le pioggie primaverili.

Carlo Bellotto

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