Cronaca di una Brexit annunciata

L'onda di piena si è già abbattuta sui mercati finanziari, ma non si fermerà presto. La tempesta politica seguita al "leave" britannico è scoppiata invece prima ancora del responso finale e presto trascinerà l'intera Europa in un'incertezza che durerà almeno due anni, quanti ne prevedono i trattati per condurre a termine l'effettiva separazione della Gran Bretagna dall'Ue. Ma il sentimento che ha alimentato il no e che cova sotto la cenere anche lontano da Londra, lo ha riassunto bene Nigel Farage, leader del movimento populista e antieuro Ukip e grande regista della campagna per la Brexit: "È una vittoria della gente vera, della gente ordinaria, della gente perbene. Abbiamo lottato contro le multinazionali, le grandi banche, le bugie, i grandi partiti, la corruzione e l'inganno". Capito? Secondo Farage, i cittadini si sarebbero vendicati di un'Europa matrigna, covo di privilegi, simbolo politico e burocratico dell'establishment contro il quale si scaglia la rabbia di popolazioni afflitte da una crisi lunga quasi un decennio che l'Europa non è riuscita a impedire né a frenare.

Un lamento al quale il voto di Londra potrebbe dare nuovi elementi, se non altro la conferma che è possibile uscire dal club. E infatti già si agitano Marina Le Pen e Matteo Salvini, convinti che adesso tocchi a loro portare Francia e Italia a una sorta di referendum abrogativo dell'Europa. Senza contare che su quest'onda si andrà presto a votare in Spagna, dove il movimento di sinistra Podemos, poco europeista e ostile a politiche di rigore, si batte per conquistare la guida del governo, e anche in Germania, Olanda e Francia, appunto, dove si vanno sempre più imponendo forze dichiaratamente antieuropee. Tempi duri, che la stessa Europa ha contribuito a far nascere sottovalutando rischi e conseguenze della grande crisi, fingendo di non ascoltare le proteste che salivano dalle piazze, nella convinzione che anche stavolta avrebbe superato la prova. Come forse pensa di digerire anche Brexit.

Non è la prima volta che l'Europa subisce uno scossone che ne mette a repentaglio l'unità. L'istituzione, è vero, ricompose per ben due volte la frattura provocata dalla Francia di De Gaulle prima negli anni Cinquanta e poi nei Sessanta, e quasi sempre i problemi erano riconducibili all'idea che il generale aveva dell'Europa, che voleva poco integrata e nella quale spiccasse l'indipendenza delle singole nazioni; alla politica militare e di difesa che la Francia non aveva alcuna intenzione di condividere con altri; e ai rapporti con gli Usa dinanzi ai quali il capo dello Stato francese rivendicava il massimo dell'autonomia. Anche Margaret Thatcher ce l'aveva con l'Europa, ma per via della burocrazia e del denaro che succhiava dalle casse inglesi: si placò quando le furono ridotti i contributi. Ma certo gli anni più difficili, ancora più della stagione dell'euro e della riunificazione tedesca degli anni Novanta, hanno coinciso con la crisi economica, il rigore estremo, la recessione e la deflazione che hanno gelato le economie del Vecchio Continente e spinto sull'orlo del baratro i soci più deboli del club. Rendendo ancora più difficile la gestione della drammatica ondata migratoria.

Eppure, nonostante le lezioni del passato, l'Europa ha fatto ben poco per risalire la china, cercare un'unità di intenti, proporre un progetto all'altezza di quello immaginato da Spinelli e Rossi e realizzato De Gasperi e Schumann. L'unione monetaria non ha portato con sé una comune politica di bilancio; la vigilanza bancaria latita; un mercato davvero comune non c'è e nemmeno una comune politica industriale (investimenti, energia, innovazione) per non dire di un ministro dell'economia o della difesa che parli a nome dell'intera Europa di cui si ciancia da anni, ma che nessuno davvero vuole. Gli egoismi nazionali hanno prevalso sempre e su tutto, prova regina ne sia la completa latitanza sulle politiche per contenere e gestire l'immigrazione, anzi ogni paese innalza il suo muro di cemento o di filo spinato. E poi ci meravigliamo e scandalizziamo se gli egoismi foraggiano nuovi movimenti politici? Cronaca di una Brexit annunciata.

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