Da don Contin a don Sguotti quando la tonaca viene tradita

PADOVA. «Don Mario, esiste davvero il problema della solitudine dei preti?». È passato mezzo secolo da quando Sophia Loren (nei panni di Valeria Billi) poneva questa domanda a Marcello Mastroianni (che indossava la tonaca di don Mario Carlesi), nel film “La moglie del prete”, girato a Padova da Dino Risi. Ma il film rimane sempre di stretta attualità. E ancor più in una terra da sempre legata a filo doppio alla Chiesa cattolica e ai ministri del culto.
Sono numerosi, negli ultimi, i sacerdoti finiti in prima pagina: e non solo per le loro vicende sentimentali. Alzi la mano chi non ricorda don Sante Sguotti, parroco di Monterosso d’Abano, che la notte di Natale del 2008 celebrò la messa, in una casa di preghiera di Mestrino, insieme all’ex arcivescovo metropolita di Lusaka, Emmanuel Milingo. Sguotti venne sospeso a divinis da monsignor Antonio Mattiazzo e poi ridotto allo stato laicale dopo aver raccontato a “Buona domenica”, su Canale 5, di essersi innamorato di una donna separata, Tamara, e di aver riconosciuto il bambino nato dalla loro unione.
Qualche anno prim, il 17 aprile 2004, nella chiesa di Santa Sofia a Padova, si erano uniti in matrimonio Fabiano Prevedello e Barbara Andreola, medico. La scintilla era scoccata a Cittadella: lui era cappellano e responsabile del centro parrocchiale dove lei era animatrice dell’Azione cattolica. Dopo essere stato nominato parroco a Cinto Euganeo, “don” Fabiano chiesa la dispensa per potersi sposare.
È datata invece 3 marzo 2018 la decisione del vescovo Claudio Cipolla (provvedimento notificato al prefetto della Congregazione per il clero, cardinale Beniamino Stella), di ridurre allo stato laicale don Andrea Contin, ex parroco di San Lazzaro a Padova. Contin, coinvolto nello scandalo per le sue numerosi amanti, ha patteggiato un anno (e un risarcimento di 11.500 euro) per l’accusa di violenza e lesioni nei confronti della donna che l’aveva denunciato nel 2016.
Diverso il caso di don Roberto Cavazzana, ex parroco di Carbonara e Rovolon e padre spirituale della showgirl Belen Rodriguez, coinvolto nello stesso scandalo dei festini a luci rosse, ma poi perdonato dal vescovo Cipolla, che il 7 marzo 2019 ha annunciato la «progressiva e graduale reintegrazione nel servizio ministeriale» di don Roberto.
Sempre a San Lazzaro, prima di don Contin, operava “don” Paolo Spoladore, meglio conosciuto come “Donpa”. Cantautore e predicatore di grido, nel 2010 “don” Paolo viene accusato da una donna padovana di essere il padre del proprio figlio, di otto anno. Lui si rifiuta di sottoporsi all’esame del Dna, ma un anno dopo il Tribunale riconosce che il sacerdote è il padre del bambino. Il 24 giugno 2014 il prete viene sospeso a divinis, il 12 novembre arriva il decreto d ella Congregazione del clero che lo riduce allo stato laicale.
Un anno e nove mesi è la pena patteggiata nell’aprile del 2016 da don Lucio Sinigaglia, ex parroco di Legnaro, accusato di aver sperperato 252.827 euro dell’eredità che il farmacista del paese, Franco Focherini aveva lasciato alla Caritas. Ora don Lucio, che ha restituito tutto, amministra l’unità pastorale di Cinto Euganeo.
Da undici anni alla guida della comunità di Cervarese Santa Croce, nel 2010 don Romano Frigo, grande appassionato di corse in bici, si è innamorato di una sua giovane parrocchiana e ha deciso di sospendersi dall’attività pastorale. Nel settembre 2012 si è sposato e ora insegna religione cattolica.
Parroco di Santo Stefano a Due Carrare, nel 2007 don Armando Rizzioli si è allontanato dalla comunità dopo il patteggiamento a otto mesi per corruzione di minore e atti osceni in luogo pubblico.
Nel 2002 la Diocesi di Padova fu scossa invece dall’addio di don Ugo Moretto, fondatore nel 1990 di Telechiara, nominato nel 1997 direttore del Centro Televisivo Vaticano. Don Ugo s’innamorò di una giornalista, che poi ha sposato. Monsignor Mattiazzo ne accompagnò il cammino: «Lo aiuteremo perché ha sofferto molto, il suo è stato un lungo travaglio. La Chiesa non abbandona un amico. E Ugo è un amico per tutti».È autore del libro “Bianco e nera. Amanti per la pelle” Federico Bollettin, già don, nato nel 1975 e ordinato nel 2001. Dopo alcuni anni trascorsi in parrocchia, alla Madonna della Salute (a Mortise), don Boillettin ha incontrato Fidelia, africana, e ha rinunciato alla tonaca, scegliendo di fare l’operaio. «E difficile entrare nella mente di chi decide o è costretto a lasciare il ministero - ha scritto all’epoca Bollettin - Spesso si innalzano muri invalicabili che separano il passato dal presente, i ricordi dai progetti futuri. Quasi tutti si sposano, ma il motivo non è soltanto un innamoramento improvviso».
Un’opzione coraggiosa che don Mario-Marcello Mastroianni, nominato monsignore in Vaticano, cinquant’anni fa non aveva saputo-voluto fare, deludendo le aspettative di Valeria-Sophia Loren —
Claudio Baccarin
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