Da Valtur a Tivigest, le relazioni per fare affari anche nel turismo

I buoni rapporti si coltivano. Anche riempiendo di doni il bagagliaio dell’Audi Q7 e affrontando un tour pre-natalizio lungo lo Stivale. Così Francesco Cordì e Nicola Rucireta rifornivano i possibili...

I buoni rapporti si coltivano. Anche riempiendo di doni il bagagliaio dell’Audi Q7 e affrontando un tour pre-natalizio lungo lo Stivale. Così Francesco Cordì e Nicola Rucireta rifornivano i possibili committenti, ovvero i big nazionali del turismo italiano, di prodotti della terra calabra e, in almeno due casi, bustarelle. In uno di quei viaggi, e precisamente il 17 dicembre 2015 emerge dall’ordinanza della Dda di Reggio Calabria, Cordì e Rucireta incontravano l’amministratore delegato della padovana Tivigest, Giorgio Palmucci.

Nessun riscontro, in questo caso, «di attività corruttiva». Rucireta e Cordì erano particolarmente interessati alla ristrutturazione del villaggio Club Med di Cefalù. E per questo avevano deciso di percorrere la dorsale adriatica per fare visita anche a Palmucci. Il quale prima di assumere la guida operativa della società del leader storico di Cl, Graziano Debellini, era stato direttore generale di Club Med Italia. «Conosco Nicola Rucireta da quando era ragazzo, le notizie che lo riguardano mi hanno sconvolto» commenta il manager. «L’ho conosciuto perché figlio di una vedova che lavorava per il Club Med di Metaponto. Mi chiedeva spesso consigli. Nulla di più, anche perché sapeva bene che proprio quando lavoravo per il Club Med ho fatto arrestare delle persone che cercavano appoggi interni all’azienda in modo illecito. Sono stato costretto a girare con la scorta, per questo».

Nessuna pressione, dice Palmucci, da parte sua per far lavorare una delle aziende del clan. «Mai, conosce bene la mia storia. Certo mi ha chiesto notizie sui lavori a Cefalù, gli ho detto quello che era di pubblico dominio visto che non ero più in quell’azienda». Su eventuali rapporti con Tivigest, l’a.d. chiude secco: «Non appaltiamo servizi e delle tre società in questione (N&F Service, Sogenco e Saicos)non ho mai sentito parlare».

Tra i contatti dei due fermati con l’accusa di essere affiliati al clan Piromalli tutti i big del turismo: Club Med, Alpitour e Valtur. Il 19 dicembre 2015, i due si recavano a Padova nelle sede della Orovacanze (che allora controllava Valtur) per portare olio, mandarini e torroni a Franjo Ljuljdjuraj, imprenditore padovano d’adozione, e per il figlio. Anche in questo caso non è accertata alcuna attività corruttiva. Emerge, però, che le società di Cordì e Rucireta hanno ottenuto i lavori per le pulizie e la gestione dei villaggi Valtur di Simeri Crichi e Ostuni e inoltre, dicono gli inquirenti, c’erano in corso delle trattative per i villaggi turistici di Marilleva e Principe Marmolada. (m.mar.)

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