Dal cimitero ebraico al campo di aviazione

L’area denominata San Giuseppe è il territorio compreso tra via Vicenza e via Sorio, attraversato dal tratto iniziale dell’antica “strada Pelosa”, oggi via Palestro. Fino a inizio Novecento nell’area, per lo più agricola, si trovavano solo alcuni opifici e qualche villetta e casa rurale. Unico edificio di rilievo era l’ospedale di isolamento per le malattie infettive, il Lazzaretto. Il Novecento vide la definitiva espansione del quartiere e il suo popolamento. Alla fine del primo conflitto mondiale, lungo le maggiori vie di accesso alla città, sorsero nuovi edifici residenziali con una forte crescita nelle aree più a Nord. Nello stesso periodo prese forma il campo di aviazione “Gino Allegri” in quella che precedentemente era la piazza d’armi. Solo negli anni che precedettero il secondo conflitto mondiale si assistette a una nuova crescita abitativa e di attività commerciali e industriali. Crescita che riprese in maniera più massiccia dopo la fine della guerra con un’esplosione urbanistica rapida e disordinata. Tra i siti di maggiore rilievo va citato il cimitero Israelitico. Risale al XIV secolo la presenza di un primo cimitero israelitico in città, allora in via San Leonardo. La religione ebraica vieta l’esumazione dei resti dei defunti: questo spiega la necessità di usare nuove aree quando quelle destinate alle sepolture diventano insufficienti. L’attuale cimitero, al civico 124 di via Sorio (nella foto), fu costruito nel 1862 nel tratto chiuso della ferrovia e celato dal cavalcavia, allora un pezzo fuori città. Fu realizzato su disegno dell’architetto Gabriele Benvenisti. Oltrepassato l’ingresso, su cui spiccano le iscrizioni in ebraico, si giunge nel recinto dove sono sepolti anche alcuni insigni padovani dell’Ottocento e del Novecento, tanto che questo si può ritenere il terzo cimitero monumentale della città dopo Chiesanuova e Arcella. Il cimitero è diviso in tre parti: quella centrale costituita da file di tombe allineate geometricamente. I tumuli accostati al muro di cinta, tra cui alcuni dei più antichi, appartengono invece a famiglie illustri della città. Vi si conservano anche tombe provenienti dal cimitero israelitico di Montagnana e i resti dei defunti del distrutto cimitero di Borgomagno. Un’ultima parte, più recente, ospita per lo più tombe di famiglia. Tra le spoglie trasferite dal cimitero ebraico del Borgomagno, la tradizione tramanda che vi siano quelle di Isaac ben Juda Abrabanel (Lisbona 1437 - Venezia 1508), uno tra i più importanti filosofi e commentatori biblici dell’ebraismo. (e.sci.)
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