Dal Pd via libera alla coalizione larga ma l’ex Quercia brontola
PADOVA. Il Pd va avanti sulla linea della coalizione civica, allargata a sinistra, ambientalisti e moderati. Ma si porta dietro il peso di una frattura con l’asse Zanonato-Naccarato, l’ex Quercia rinsaldata dopo il referendum.
L’assemblea però sembra premiare i giovani. «Non possiamo rischiare di far fallire il tentativo di ricucitura e condivisione che ci chiede la città. Diversamente, come da statuto, faremo le primarie – è l’indicazione del segretario cittadino Antonio Bressa – Dobbiamo allargare prendendo nuovi voti e cercando dove c’è un atteggiamento di disponibilità, lì dove gli schemi del passato stanno saltando. Partiamo da subito con una campagna di ascolto nei quartieri. Scriveremo il programma con i padovani». Via libera dunque al tentativo di allargare la coalizione con la trattativa che sarà condotta dai due segretari Bressa e Massimo Bettin, dall'ex capogruppo Umberto Zampieri, dal consigliere regionale Claudio Sinigaglia e da un quinto esponente scelto tra i circoli. Se il tentativo di trovare un candidato civico non dovesse andare a buon fine scatteranno le primarie, fissate entro marzo 2017.
Ma la discussione ieri sera in via Beato Pellegrini non è stata per nulla serena. E le fratture del referendum pesano ancora. Come nel battibecco che ha contrapposto il senatore Giorgio Santini all’europarlamentare Flavio Zanonato. «Non siamo stati interpellati nella discussione sulle riforme», ha attaccato quest’ultimo. «Se siamo a questo punto è colpa della minoranza che ha fatto un grave danno a tutto il partito», ha replicato il senatore, strappando l’applauso della platea.
Un intervento tutto all’attacco quello di Zanonato, che però non sembra più avere l’appeal di un tempo nel partito. Con l’unica eccezione del gruppo di Alessandro Naccarato, non a caso seduto vicino. «Il nucleo della nostra proposta devono essere le politiche di sinistra, senza considerare il centro che non ha più consenso – ha affermato l’ex sindaco – La discussione non può avvenire a casa dei vecchi democristiani, in “via degli spaghetti”: ci siamo capiti, no?».
«Macché sinistra, Padova ha bisogno di una guida sicura che non è data solo dall’essere più o meno di sinistra, ma di cosa si farà dopo aver vinto le elezioni», la replica del vicesegretario cattodem Nereo Tiso.
Sono tre le obiezioni sollevate dall’«asse della Quercia»: la necessità di fissare subito una data delle primarie («per non restare poi scoperti se non si trovasse un candidato», ha spiegato l’ex capogruppo Zampieri) e la necessità di allargare la delegazione che tratta con gli altri partiti. Terza questione, le risorse: «Serve maggiore coinvolgimento dei circoli. Altrimenti mancheranno le “risorse umane” per la campagna elettorale», ha detto Naccarato. «Possiamo vincere la città solo se restiamo uniti», l’appello del segretario provincia Massimo Bettin.
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