Dalle fragranze luxury alla crisi: un fallimento per stare nel mercato

È fallita Decov Pd srl, un nome che non dice nulla se non fosse collegata alla storia di Avery, marchio del luxury nell’ambito della profumeria artistica la cui storia parte nel 1989 da un capannone nel Centro grossisti di Padova, in via Portogallo. Un marchio prodotto (e commercializzato) da Intertrade Europe srl che ha cambiato denominazione in Decov Pd srl, poco prima del crac pronunciato il 5 novembre scorso con un debito di circa 6 milioni di euro. E che, prima ancora, nel dicembre 2017 aveva ceduto in affitto l’azienda a Intertrade Europe it srl quando la crisi finanziaria era ormai seria. Una crisi innescata dalla difficoltà di gestire (forse senza un management adeguato) una realtà commerciale complessa articolata su più stati europei e continenti diversi che ha avuto il colpo di grazia con il lockdown. Grazie a quella cessione alla nuova Intertrade sono salvi, di fatto, un marchio e un patrimonio aziendale che, nell’obiettivo del curatore fallimentale, il commercialista Luca Pieretti, potrebbero essere messi definitivamente al riparo con la vendita a un compratore disposto a investire, operazione indispensabile per sanare i debiti della “casa madre”. La storia delle fragranze Avery ha inizio trent’anni fa dalla geniale intuizione del fondatore, il veneziano Celso Fadelli, 61enne originario di Dolo residente da tempo a Londra. È lui che, prima attivo nel settore dei profumi per la casa, coglie la novità della profumeria artistica rivolta alla persona. E in quell’ambito sposta l’attività inventando fragranze uniche da collezione, poi addirittura personalizzate: prodotti costosissimi (una boccetta da collezione può arrivare ai 50 mila euro), frutto di un nuovo concetto del lusso inteso come unicità e raffinatezza che conquistano consenso nel mercato europeo, in quello russo e arabo. La vecchia Intertrade funziona: il fatturato arriva a 9 milioni di euro (siamo sempre in un mercato di nicchia) e vengono creati concept store, negozi monomarca a Firenze, Milano, Londra, Rabat, Doha e in altri Paesi come “angoli” nei maggiori grandi magazzini alla moda (da Mosca a New York). L’azienda arriva a una quarantina di dipendenti e da Padova partono le confezioni di fragranze dirette in tutto il mondo (negli anni la produzione è demandata a conto terzisti italiani secondo le indicazioni della “casa madre”). Purtroppo cresce anche l’esposizione finanziaria. Nel 2017 fallisce un piano di ristrutturazione ma l’obiettivo è mettere in sicurezza l’azienda con la cessione in affitto alla nuova Intertrade (Intertrade Europe it srl che continua a lavorare) e la modifica del nome alla vecchia Intertrade che diventa Decov di fronte all’imminente crac: sarà Banca Mps a presentare istanza di fallimento vantando un credito di 750 mila euro sui 5 milioni di debiti accumulati con vari istituti. Il futuro è ancora tutto da scrivere. —
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova