Dall'ufficio legale al box informazioni: condanna per l’Aspiag

Da dipendente dell’ufficio legale di Despar Nordest al box del supermercato. Fino al licenziamento. Caso denunciato dalla Cgil. L’azienda: «Agito in modo legittimo, faremo appello»
BELLOTTO - SIGNORA INTERVISTATA ALLA CGIL
BELLOTTO - SIGNORA INTERVISTATA ALLA CGIL

PADOVA. Sospesa, privata della retribuzione, demansionata, infine licenziata. È la Cgil, con l’avvocato Giancarlo Moro a raccontare una storia che riguarda una lavoratrice di 48 anni, alle dipendenze di Aspiag service di Mestrino. «La dipendente è stata maltrattata dalla società delle quale era dipendente dell’ufficio legale da 5 anni» spiega Cecilia De’ Pantz segretaria provinciale Filcams Cgil «e trasferita, seppur soffrisse di una cefalea cronica, in un punto vendita, ossia al box informazioni di un supermercato. Un punto dove luci, rumori e musica sono ovviamente all’ordine del giorno. Presenta un certificato medico che per 6 mesi le vieta di lavorare al supermercato, pur ritenendola idonea all’occupazione in ufficio. L’azienda la sospende dal lavoro e dalla retribuzione. Il giudice riconosce il demansionamento, ma non il reintegro. Che però viene accolto nel marzo del 2014».

Ma un mese dopo arriva il licenziamento. Che nel dicembre 2014 il giudice ritiene illegittimo e condanna Aspiag al pagamento di 24 mensilità. Pochi giorni fa un secondo giudice, condanna l’azienda al reintegro delle mansioni amministrative precedentemente svolte (era riferito però al periodo quando non era ancora stata licenziata) riconoscendole un congruo indennizzo.

In questo caso è stata applicata la legge Fornero e quindi il reintegro a seguito di un licenziamento è stabilito solo per pochi casi marginali e non questo: con il Jobs Act, in vigore da marzo, nessun lavoratore sarà più riassunto e il risarcimento sarà ancora più basso, all’incirca due mensilità per ogni anno d’anzianità. Nel caso specifico quindi il risarcimento si sarebbe ridotto da 24 a 10 mensilità.

«Una multinazionale come l’Aspiag, conosciuta per i supermercati Despar e Interspar con oltre 6.500 dipendenti non può comportarsi così e nemmeno rispettare le decisioni del giudice, visto che non hanno ancora pagato» conclude De’ Pantz «Inoltre la lavoratrice vive solo con due figli e non riceve nessun assegno dal marito».

«La nostra azienda ha sempre rispettato le sentenze e lo farà anche questa volta» assicura il direttore del personale di Aspiag, Angelo Pigatto «ci sono state delle pronunce alterne in merito alla lavoratrice e noi abbiamo appellato quelle a noi sfavorevoli, visto che siamo convinti di aver agito in modo legittimo. C’è stata una riorganizzazione e la posizione della signora è stata soppressa. È stata ricollocata in una filiale, tra l’altro a poche centinaia di metri dalla sua abitazione, e non a diversi chilometri come prima, con mansioni di back office, ma non è stato un incarico a lei favorevole».

Argomenti:commercio

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova