De Poli e Bui scommettono su Gottardo

CAMPODORO. Dopo 15 anni da vicesindaco, Vincenzo Gottardo, 44 anni, architetto e vicepresidente della Provincia di Padova, tenta la scalata al governo del paese con una civica di centrodestra in continuità amministrativa.
La candidatura è stata annunciata ai cittadini ieri mattina alla presenza della giunta uscente, del senatore Antonio De Poli, del presidente della Provincia di Padova Fabio Bui e di numerosi sindaci del territorio. «È una scelta fatta con entusiasmo» ha esordito Gottardo «e che ho sempre avuto nel cuore. Dopo quindici anni è giunto il momento importante di scendere in campo. Sono convinto che, per il Comune, sia un’altra occasione di crescita che affronterò con due dogmi: la continuità ed il rinnovamento. Nulla di quanto finora fato verrà buttato via, anzi ne sarà fatto tesoro e allo stesso tempo si affiancheranno nuove idee e nuove persone per dare linfa fresca alla squadra che andrà ad amministrare il paese».
Squadra che è già al lavoro per definire i punti programmatici e le priorità ed individuare i candidati da inserire nella lista, alcuni dei quali saranno riconfermati fra gli attuali consiglieri in carica.
Sicuramente ci sarà il sindaco uscente Massimo Ramina, da venticinque anni in amministrazione, tra cui quindici da sindaco. «Abbiamo sempre lavorato bene a fianco» ha detto Ramina «e sono felice che Vincenzo mi abbia chiesto di rimanere a supportarlo, continuando a portare avanti la linea che abbiamo avuto finora, ovvero quella di stare in mezzo alla gente, ascoltandone i bisogni e cercando di dare risposte adeguate».
«Sicuramente saprà dare valore aggiunto al Comune perché è una presenza solida per il territorio», ha aggiunto De Poli. «E avrà successo, perché è bravo, disponibile e attento alle persone» ha concluso Bui. «L’esperienza maturata in tanti anni in Provincia» ha assicurato Gottardo ringraziando tutti per il sostegno «sarà sicuramente importante per amministrare Campodoro, come pure lavorare in rete con le realtà vicine, soprattutto per comuni come il nostro, di dimensioni ridotte e a confine fra due province». —
P.PIL.
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