De Rossi, nessuna prova di reato archiviata l’indagine a luci rosse

La De Rossi story è arrivata al capolinea. Caso chiuso per la giustizia: il gip padovano ha archiviato in via definitiva il procedimento penale “a luci rosse” avviato nei confronti dell’ex assessore comunale di Cittadella Filippo De Rossi, finito sotto inchiesta per tentata concussione dopo la denuncia di una commerciante. E la testimonianza di una collega che aveva messo “altra carne” al fuoco.
È finita
Accolta la richiesta di archiviazione presentata dal pubblico ministero Sergio Dini, convinto che non ci fossero elementi per mandare a processo De Rossi, all’epoca dei fatti titolare del referato al Commercio. Quest’ultimo, accompagnato dai difensori di fiducia (gli avvocati Elisabetta Costa e Andrea Bertollo), si era presentato davanti al magistrato per farsi interrogare. «Si sono creati dei malintesi legati al mio carattere, al mio modo di relazionarmi, espansivo, da simpaticone... Non ho mai chiesto favori sessuali» aveva insistito.
La denuncia
La commerciante ambulante ha sempre sostenuto che le era stato negato il permesso di vendere frittelle in uno stand da posizionare accanto al trenino gestito dallo zio all’interno delle mura in occasione della Fiera di Natale del 2016 a Cittadella. Frittelle che aveva venduto per anni, senza regolare licenza. Tuttavia non ci sarebbe stato modo per sanare l’irregolarità. La donna ha insistito: l’ex assessore le aveva fatto capire che, se fosse stata disponibile, sarebbe andata diversamente. Versione che lui ha sempre negato. Tant’è che non svela nessun comportamento illecito, o fuori dalle righe, una conversazione tra i due registrata, all’insaputa di De Rossi, in occasione di un incontro con la commerciante su richiesta di lei. Incontro avvenuto all’uscita dal lavoro dell’uomo impiegato nell’Usl camposampierese. Non basta. De Rossi – ha più volte ribadito la commerciante – le avrebbe pure proposto di azzerare un’inesistente sanzione comminata dai vigili. La collega – titolare di un bed & breakfast con bar – ha rincarato la dose, pur senza firmare una querela. E ha raccontato che De Rossi l’avrebbe autorizzata a partecipare alla Fiera Franca di ottobre con il suo chiosco-bar, concedendole uno spazio all’esterno delle mura, defilato e di scarso passaggio. Un caso? No, lei s’era convinta che fosse una punizione per non essere stata particolarmente “gentile” con l’assessore. Un’accusa pesante pur con l’ammissione di non essere mai stata destinataria di alcuna richiesta esplicita.
L’inchiesta
Sono scattati gli accertamenti affidati alla Guardia di Finanza. E, quasi subito, De Rossi ha rimesso il mandato nelle mani del sindaco: «Da giorni non dormo, mi è cascato il mondo addosso» si era sfogato, «Devo difendermi». All’esito dell’indagine non è emersa alcuna responsabilità. La procura ha chiesto l’archiviazione; le due donne (assistite dall’avvocato De Toni) si sono opposte.
Alla fine il giudice, che ha valutato tutti gli atti, ha concluso: nessuna prova di reato. —
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova