Decine di scantinati allagati anche a Facca Tombolo e S. Martino

L’EMERGENZA Uno scantinato non ancora prosciugato e i soccorsi a San Donato
CITTADELLA.
L'Alta Padovana è costretta a fare i conti con i numerosi danni provocati dal maltempo. Ad andare sott'acqua sono ancora gli scantinati.
Dopo
Cittadella
, ieri è stata la volta di San Martino di Lupari e Tombolo. I vigili del fuoco di Cittadella sono intervenuti ieri mattina in via Giotto a
San Martino di Lupari
: il loro intervento ha permesso di prosciugare alcuni allagamenti di cui sono state vittime diverse famiglie, residenti in alcune villette a schiera. Nel pomeriggio altre chiamate ai pompieri sono giunte da via Rondiello, a
Tombolo
. Verso le 17 i pompieri sono tornati in via Beltramina, a
San Donato
di Cittadella, dove le pompe restano in funzione. Un mix di fattori alla base degli allagamenti: pioggia, falda che cresce, acque che scolano da nord; una combinazione che ha prodotto migliaia e migliaia di euro di danni. I residenti lamentano una situazione difficile: «Siamo sott'acqua. Un caos. Abbiamo le pompe di emergenza che funzionano 24 ore su 24, tutte impegnate per tirare su l'acqua, ma non riusciamo a venirne fuori; l'acqua di falda si è alzata, in più abbiamo la fitta acqua piovana che scarica nei fondi perduti; il problema è che i fondi per le acque piovane hanno il livello più alto degli scantinati e quindi non riusciamo a far defluire l'acqua». Il momento di massima criticità è stato raggiunto martedì, ma è già da 2-3 giorni che le pompe sono in funzione continuamente. «Non si riesce a domare la falda, che continua ad alzarsi, l'acqua penetra anche dai muri. Nel mio seminterrato l'acqua ha sfiorato il metro di altezza». Alcune segnalazioni sono arrivate anche da
Facca
. «Il problema esiste - osserva il segretario Pd Jean Paul Ntakirutimana - a Facca i tombini scoppiavano. Bisogna investire di più sulla sicurezza idraulica del Comune». Il consigliere regionale Pd Piero Ruzzante annuncia un'interrogazione in Regione.
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