Demolito l’East Side, discoteca di generazioni di padovani

PONTE DI BRENTA. C’era una volta l’East Side, prima ancora Mela Verde, e ancora più in là nel tempo Arlecchino: la discoteca di generazioni di padovani. Fa male vederla oggi demolire dalle ruspe. Al suo posto saranno costruite due palazzine, per un totale di trenta appartamenti. Dal classico mini all'attico.
Assieme alla "Primavera" di via Tiziano Vecellio, all'Arcella, per circa quaranta anni, è stato il locale più frequentato dai giovani dagli anni Sessanta fino all'inizio del terzo millennio. Era stato aperto da uno zio dell'attuale assessore ai Lavori pubblici, Luisa Boldrin, e in seguito è stato gestito da Rolando ed Antonio Tenan, padre e figlio. L'ex Arlecchino, inoltre, è la discoteca dove sono nate le prime domeniche pomeriggio danzanti della città. In pratica era il locale dove andavano a ballare soprattutto le studentesse delle scuole superiori.
«La discoteca di Ponte di Brenta, nella storia di Padova, ha svolto anche un ruolo sociale non di poco conto.», osserva Angelo Luni, direttore (da 51 anni) dell'Appe «Ha avuto il merito di aggregare tre o quattro generazioni di giovani, quasi sempre, all'insegna della buona musica e del sano divertimento». L'ex Mela Verde ha vissuto il suo momento di massima notorietà negli anni Ottanta. Fra le teenagers che frequentavano la discoteca c'era anche Cristina Biollo. «Erano gli anni d'oro dei Duran Duran e degli Spandau Ballet» sottolinea la commerciante, che è anche dirigente Ascom. «Erano i tempi del divertimento per le ragazze della mia generazione. Ce la passavamo con pochissimi soldi. Si conoscevano nel locale i primi ragazzi e nascevano i primi flirt».
Negli anni subito dopo il 2000 ha avuto anche un periodo di grande successo come discoteca gay: era il "Gossip", frequentato da ragazzi di ogni parte del Veneto. Poi è arrivato il declino: il locale era chiuso da dodici anni.
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