Dentisti, allarme generazionale
I costi elevati minano la libera professione: un progetto per i giovani
Il 12, 24% dei dentisti padovani, 143 su 1. 168, supera i 67 anni di età: molti studi stanno per chiudere per il pensionamento dei titolari senza una nuova generazione pronta a raccoglierne il testimone, ma impegnata a farsi strada, come collaboratori, in un mercato ormai saturo. I dati sono di Andi (Associazione nazionale dentisti italiani) e rilevano come nel settore odontoiatrico l’89 per cento dei dentisti abbia un proprio studio monoprofessionale, mentre l’11 per cento lavora come collaboratore (in uno o più studi) o dipendente. «I neolaureati in Odontoiatria difficilmente riescono ad aprire uno studio dentistico. I motivi sono legati agli elevati costi di avviamento» spiega il presidente di Andi Padova Ferruccio Berto, «la titolarità dello studio è inevitabilmente legata al passaggio generazionale nella gestione di studi esistenti. Come associazione abbiamo portato avanti in Veneto dei progetti ad hoc. I dentisti che esercitano come collaboratori capiranno che il loro naturale destino è diventare titolari di studio dentistico, assumendosene i necessari onori e oneri. Purtroppo il problema del ricambio generazionale è molto diffuso e preoccupa, perché se non risolto, il modello libero professionale rischia di cedere ulteriore spazio ai centri dentali». I redditi dei dentisti sono in caduta libera: i neolaureati guadagnano, dopo un anno, una media di 1090 euro al mese, 1.633 dopo tre anni. «L’obiettivo del progetto “Superminimi” in collaborazione con la Clinica odontoiatrica dell’Università di Padova è affiancare ai dentisti anziani i giovani per superare il problema del ricambio generazionale» spiega il presidente di Andi Veneto Luca Dal Carlo, «sfruttando i vantaggi fiscali esistenti».
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