Diagnosticata l’encefalopatia spongiforme a una 64enne

MONSELICE. La diagnosi è chiara: encefalopatia spongiforme, meglio nota come malattia di Creutzfeldt-Jakob. Patologia molto rara, che colpisce una persona su un milione, e che spesso viene accostata - è bene dirlo, quasi sempre inopportunamente - al cosiddetto morbo della “mucca pazza”, spauracchio che ha sconvolto il continente a fine anni Novanta per almeno un decennio. Una variante molto rara di questo morbo, infatti, è stata associata dalla comunità scientifica all'encefalopatia spongiforme bovina (Bse o morbo della “mucca pazza”). Proprio per scongiurare la connessione alla “mucca pazza”, malattia che non registra casi umani dal 2015, l’Usl 6 ha messo in atto tutte le analisi possibili sulla donna che, da ormai una settimana, è ricoverata a Schiavonia. «Sono in corso ulteriori analisi laboratoristiche per ulteriore conferma», spiegano dall’Usl 6. Euganea.
LA PAZIENTE

La donna a cui è stata diagnostica l’encefalopatia spongiforme è S.M., 64enne residente in un Comune della Bassa . È ricoverata da 10 giorni all’ospedale “Madre Teresa” di Schiavonia. «Tutto è cominciato a metà novembre, quando mia madre ha iniziato ad accusare una spossatezza mai provata», spiega la figlia. «Non riusciva nemmeno più a terminare i lavori domestici. A un certo punto sono cominciate anche alcune allucinazioni e quindi ci siamo rivolti all’ospedale di Schiavonia». Sulle prime si è pensato a problemi di diabete: la 64enne è rimasta un giorno in osservazione breve intensiva ed effettivamente gli accertamenti hanno confermato problemi di glicemia.
SINTOMI GRAVI

Le allucinazioni aumentano, le gambe si irrigidiscono e si alternano anche momenti di incoscienza: «Dopo le feste di Natale il neurologo conferma la diagnosi di diabete, ma le cose si aggravano. Ci siamo quindi rivolti all’ospedale di Noventa Vicentina». Si pensa all’ictus e quindi S.M. entra in “codice rosso”. Si comprende che in realtà la questione è ben più complessa ed è così che la paziente viene trasferita in ospedale a Vicenza per accertamenti più approfonditi. «Con il prelievo del liquido spinale e la risonanza viene confermato il morbo di Creutzfeldt-Jakob». Tempo un mese e la paziente viene trasferita a Schiavonia, dove è ancora ricoverata. «Oggi mia madre è quasi perennemente incosciente, non si nutre in autonomia e deve essere costantemente assistita. Di fatto è peggiorata in meno di dieci giorni e, cosa ancor più drammatici, i medici dicono che al morbo non c’è cura e che l’aspettativa di vita è bassissima».
L’USL 6 EUGANEA
Immediati gli accertamenti dell’Usl per “scongiurare” l’accostamento alla “mucca pazza”: «Confermiamo la presenza all'ospedale “Madre Teresa” di Monselice di una paziente, trasferita da altra struttura, con diagnosi di encefalopatia spongiforme. La situazione clinica e l'esame radiologico di risonanza magnetica dimostrano un quadro tipico per una forma “sporadica”, ovvero rara, e non collegata alla forma conosciuta come malattia della “mucca pazza”, che peraltro ha un'incubazione di molti anni», è la nota ufficiale dell’Usl. «Sono in corso ulteriori analisi laboratoristiche per ulteriore conferma».
L’azienda sanitaria sottolinea inoltre come dal 2001 siano attivi su tutti gli allevamenti, quindi anche in quelli che insistono nel territorio dell'Usl 6 Euganea, i controlli sui bovini per l'encefalopatia spongiforme bovina (Bse), malattia che fu causa di epidemia nel 1993 in Inghilterra. «Grazie alla sorveglianza sui bovini non vengono registrati casi umani nel mondo dal 2015», chiude rassicurando l’Usl. —
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