«Diamo un taglio alle sofferenze»

«L’8 marzo diamo un taglio alla sofferenza. Gentili clienti l’8 marzo lavoreremo con tutto l’entusiasmo del mondo e devolveremo il 50% dell’incasso all’associazione onlus Lilt per l’acquisto di un casco che aiuta a ridurre la caduta dei capelli nelle pazienti sottoposte a trattamento chemioterapico all’Ulss 2 (Treviso)». Tra la città del santo, la Marca e Vicenza sono 121 i saloni che hanno aderito all’iniziativa partita proprio da alcune parrucchiere padovane: Stefania, Sandra (Sandy), Simonetta e Fabio.
Tutto è cominciato l’anno scorso con l’evento “Beneficiamo bellezza”, stesso sistema e 20 mila euro donati. Per il 2018 però vogliono fare le cose in grande e puntano a quota 120 mila euro, ovvero il necessario per due caschetti refrigeranti. Ma non ci sono limiti alla generosità: già da febbraio i saloni che hanno aderito hanno esposto una cassetta per raccogliere donazioni libere.
La lista completa delle professioniste altruiste si trova sul sito beneficiamo-bellezza. webnode. it. In città partecipano Hair’s Sandy di Sandra Rizzo, in via Tiziano Aspetti; Folly parrucchieri in via Tesina; Giusy Hair Style in via Gerolamo Induno e Daniela Moro parrucchieri a Ponte di Brenta, via Lidia Bianchi. A Vigonza Bellé Parrucchieri, Acconciature Emanuela, Ego acconciature; a Peraga Parrucchieri Cristian staff e New Image a Perarolo di Vigonza; a Campo San Martino Vanity Look; a Polverara Parrucchiere Massimo; a Sant’ Angelo di Piove di Sacco Annalisa Hair Style; a Noventa Padovana Bettini Generation; a Trebaseleghe Edy parrucchieri di Edy Bernardi.
Prima di iniziare hanno incontrato il direttore generale dell’ospedale di Treviso, Francesco Giavazzi, l’oncologo Angelo Giacomazzi di Camposampiero insieme alle caposala. L’obiettivo è fisico: non perdere i capelli. Ma le ripercussioni sono soprattutto psicologiche: non avere l’aspetto di una malata, non permettere che i propri figli (soprattutto quando sono piccoli) assistano alla materializzazione della malattia. «La chemio non perdona», spiega Sandy, «vediamo clienti abbattute, tristi, demotivate. Vengono da noi e chiedono di tagliarsi i capelli anche se non vorrebbero farlo. Si vedono smarrite, addirittura non si riconoscono. Questo è un aiuto reale e noi vogliamo darlo. Avere i capelli significa non vedersi ammalate ogni volta che ci si specchia. Per alcune donne tutto questo è importante, quindi prenotate, donne e uomini».
In Italia sono nove gli ospedali che offrono il casco refrigerante, tra i quali lo Iov di Padova , e in questi giorni le parrucchiere altruiste sono state contattate dalle colleghe di Belluno, Trieste, L’Aquila, Verona, Pordenone, Venezia. «Tappezzeremo l’Italia», scherzano, piene di orgoglio, le protagoniste.
Elvira Scigliano
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