Diciassette cani in cantina. Indagine chiusa per un 39enne

Erano stati trovati un anno fa in via Cabrini all’Arcella, dove un 40enne aveva allestito un canile abusivo 

Carlo Bellotto
Alcuni cani sequestrati un anno fa a Francesco Milani
Alcuni cani sequestrati un anno fa a Francesco Milani

Chiuse le indagini, il sostituto procuratore Roberto D’Angelo si appresta a chiedere il rinvio a giudizio per Francesco Milani, il 40enne di origine napoletana che aveva trasformato lo scantinato del suo appartamento in un canile abusivo dove tener segregati 17 cani, compresi dieci cuccioli. Alcuni sono stati affidati temporaneamente, altri lo possono essere a chi ne farà richiesta. L’accusa è di maltrattamento di animali, emissioni nauseabonde molestando gli altri condomini.

Quel canile abusivo era stato allestito in un condominio di proprietà dell’Ater nel quartiere Arcella, in via Francesca Cabrini 10. I clienti non mancavano attirati dalla pubblicità sui social e dai prezzi più vantaggiosi rispetto ai canili regolari tenuti a rispettare tutti gli standard previsti per il benessere degli animali. Milani non era iscritto ad alcun elenco di allevatori. A quel punto, era il marzo scorso, la procura ha deciso di organizzare il blitz. Sul suo profilo Instagram, Milani si qualificava come “allevatore bull terrier, american bully, bulldog francese” e postava foto di cuccioli con la scritta “for sale” (cioè in vendita) oppure di “consegne” di cagnolini a clienti ringraziandoli per la fiducia; qualche altra immagine era accompagnata dalla dicitura “il cucciolo con la sua nuova famiglia”.

Ora le bestiole – otto cuccioli di razza american bully, due cuccioli di barboncino, un amstaff adulto e sei cani adulti tra american bully e barboncini, tutti, tranne due, senza il microchip obbligatorio – sono state tutte trasferite in un luogo sicuro. Entro fine anno l’allevatore potrebbe finire a processo per rispondere delle accuse. 

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