Digitalizzare la storia, l’Archivio di Stato realizza un sogno

VENEZIA. La storia di Venezia diventa digitale e i tesori più rari, introvabili e delicati dell’Archivio di Stato si potranno consultare con la facilità con cui si fanno ricerche su internet. A un...
Di Silvia Zanardi

VENEZIA. La storia di Venezia diventa digitale e i tesori più rari, introvabili e delicati dell’Archivio di Stato si potranno consultare con la facilità con cui si fanno ricerche su internet. A un anno dal lancio del progetto “Digital Humanities Venice” - nato dalla collaborazione fra Ca’ Foscari, l'École Polytechnique Fédérale di Losanna e l’Archivio di Stato, e sostenuto dalla Fondation Lombard Odier - hanno presentato ieri il progetto congiunto che digitalizza uno dei patrimoni archivistici più importanti al mondo.

Sarà opera di due potenti “scanner”, frutto della migliore tecnologia, fotografare i contenuti dei documenti e estrapolarne i caratteri assicurando leggibilità e chiarezza dei testi. Dietro a queste macchine si sta muovendo un team di dottorandi in ingegneria elettronica e management della tecnologia, e un gruppo di docenti e ricercatori di Ca’ Foscari che crescerà sempre di più. Negli 80 chilometri di scaffali che contengono oltre mille anni di documenti amministrativi – dagli atti di nascita, ai certificati di morte, alle carte geografiche e i piani urbanistici della città – ci sono “chicche” intoccabili come un documento manoscritto in cui Galileo, professore di matematica all’Università di Padova, chiede aiuto finanziario al Senato di Venezia per mettere a punto il telescopio. C’è anche il trattato napoleonico che segna la fine della Repubblica di Venezia e la copia ottocentesca del più antico documento di epoca carolingia, in cui Venezia sigla un trattato con l’imperatore Lotario per gestire il commercio di merci provenienti dall’Oriente lungo i fiumi lombardi. Ma non solo: il documento più antico, del IX secolo, è il testamento di una donna che lascia ai suoi eredi 30 ceste di olive. «Questo progetto servirà non solo per leggere i testi antichi, ma anche a salvarli dall’usura», ha detto il direttore dell’Archivio di Stato Raffaele Santoro. «Abbiamo realizzato un sogno, conserviamo il passato con lungimiranza» hanno aggiunto il rettore di Ca’Foscari Carlo Carraro, a fine mandato, e Patrick Aebisher, presidente di Epfl. La fase preparatoria del lavoro immenso che da qui a molti anni terrà impegnati ingegneri, archivisti e storici è appena iniziata. Andrea Mazzei, ingegnere informatico, e Giovanni Colavizza, dottorando in Management of technology, sono due degli specialisti chiamati da Losanna per iniziare la digitalizzazione. «Stiamo avviando un lavoro complesso ma interessante» raccontano «Da una parte, grazie agli scanner, decifriamo i caratteri dei testi, dall’altra li classifichiamo in base agli argomenti e alle correlazioni». «L’obiettivo è realizzare un “business plan” e un ordinato piano di lavoro che vesta di innovazione il lavoro di archivio» aggiungono «per rendere la ricerca di questi testi fruibile come lo sarebbe su internet».

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