DIRETTA / Anno accademico al via, tra tricolore e proteste

Per i 150 anni i docenti indossano la bandiera, Zaia potrebbe non gradire. La prolusione affidata a Cesare De Michelis. Fuori, in piazzetta Garzeria, la protesta di sindacati e studenti
PADOVA. Via all'inaugurazione del 789esimo Anno Accademico dell’Università di Padova nell’aula magna “Galileo Galilei” a Palazzo del Bo. Una cerimonia caratterizzata dal tricolore che i docenti hanno voluto indossare per i 150 anni dell'Unità d'Italia e che il governatore leghista del Veneto, Luca Zaia, potrebbe non gradire. Il programma prevede la relazione del rettore Giuseppe Zaccaria, poi gli interventi del direttore amministrativo Giuseppe Barbieri, del presidente del consiglio degli studenti Gianluca Pozza e quindi proprio del governatore Luca Zaia. Infine la prolusione di Cesare De Michelis, docente della facoltà di Lettere e "patron" della Marsilio. Il titolo è: "
Nacqui veneziano... e morrò per grazia di Dio italiano
".


Il mattino seguirà la cerimonia con aggiornamenti costanti sia dall'aula magna del Bo sia dall'esterno dove ci sono le proteste

Ore 13.15.
Il coro dell'Università canta l'inno di Mameli e il "Gaudeamus igitur", poi la scena è tutta per i goliardi.


Ore 13.00.
E' iniziata la prolusione di Cesare De Michelis su Ippolito Nievo, patriota e letterato nato a Padova il 30 novembre 1831, in via Sant'Eufemia 22 (un palazzo che oggi è di proprietà dell'università). E' l'ultima relazione che conclude la cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico.


Ore 12.40.
Si è conclusa la manifestazione di protesta davanti al Bo'. Una delle scarpe lanciate è rimasta incastrata sulla porta del cortile nuovo del Palazzo e penzola solitaria. Il bilancio dei manifestanti è positivo ma la partecipazione alla protesta è stata inferiore a quella degli anni scorsi. Nell'aula magna due attori stanno dando vita a una piéce sulla storia d'Italia dal 1861 a oggi. In attesa della prolusione di Cesare De Michelis.


Ore 12.35.
"Il processo federalista, e vi ringrazio per aver citato Trentin, è l'unico movimento centripeta in questo paese. Fino a qualche anno fa invece parlare di federalismo voleva dire essere etichettato come razzista". Conclude così il suo intervento, interamente politico, il governatore Zaia. Raccoglie applausi e anche qualche "buu".


Ore 12.33.
"Iil Risorgimento si concluderà con l'approvazione del federalismo - dice Zaia - Per questo sono convinto che il 150esimo dell'Unità debba essere festeggiato. Però deve essere motivo di unità non di divisione. Io sono costantemente inseguito da giornalisti che mi chiedono di queste celebrazioni. Sono stufo e sinceramente spero che questo 2011 finisca presto. Stiamo facendo la figura dell'orchestrina che sul Titanic suona prima di affondare".


Ore 12.30.
"Non è vero che noi non vogliamo la solidarietà nazionale. Il Veneto lascia ogni anno 17 miliardi di euro per il Paese. Con quei soldi potremmo fare UniVeneto come diceva il rettore o accontentare tante delle richieste dello studente - spiega Zaia - Un docente di questa università sta lavorando al federalismo. Dobbiamo esserne orgogliosi. E invece in quest'aula manca la bandiera del Veneto".


Ore 12.25.
"Anch'io mi trovo con i bilanci in difficoltà, come voi - affonda Zaia - Non voglio fare l'avvocato difensore d'ufficio del ministro Gelmini, ma il tema vero della riforma universitaria è la meritocrazia. Dobbiamo eliminare le parentele dagli atenei. Ai ragazzi va dato anche questo segnale". Zaia parla anche della coccarda tricolore: "Non l'ho messa per rispetto anche di chi non ce l'ha - spiega il governatore - Credo in una terza via, tra integralisti e entusiasti: sono per un riformismo che completi il Risorgimento di questo paese. Vediamola in positivo: il parlamento ha approvato la terza riforma del federalismo. E' iniziato un percorso importante, quello della stagione delle riforme".


Ore 12.23.
"E' in atto una grave crisi, con migliaia di persone che hanno perso il lavoro. Sul mio tavolo ci sono i casi Vinyls e Electrolux. Capisco gli studenti e la loro relazione energica e viscerale, come deve essere quella di uno studente. Spero che però ci sia anche la volontà di lavorare insieme" dice Zaia, che aggiunge: "Il nuovo ospedale di Padova si farà: stiamo decidendo come e dove".


Ore 12.20.
Dal podio dell'aula magna del Bo parla il governatore Luca Zaia, senza fogli e appunti, senza un discorso da leggere: "Intervengo con emozione, non sono un esperto governatore: sono in carica da un anno - dice Zaia - L'Università di Padova ha sempre rappresentato un sinonimo di libertà, forse con delle legge migliori come quelle della Repubblica Serenissima".


Ore 12.15.
"La composizione della commissione Statuto è stata decisa dal rettore in modo autoritario. Gli studenti chiedevano l'elezione dei componenti di questo consesso. Quella di Zaccaria è una scelta sbagliata" afferma il presidente del consiglio studentesco. E poi un messaggio diretto al sindaco Zanonato: "Vogliamo che gli studenti tornino a essere protagonisti di questa città".


Ore 12.10.
"La riforma Gelmini è autoritaria: concentra il potere nelle mani del rettore e dei baroni. Apre la strada a un'università classista, crea una non-università baronale e per pochi. La lotta alle baronie non si fa dando più potere ai baroni. In questa università non è ancora arrivata la Rivoluzione Francese. Non crediate che il movimento si fermerà con l'approvazione della riforma Gelmini: noi giovani subiamo ogni giorno sulla nostra pelle il ricatto della precarietà. Per questo non possiamo fermarci". E' l'intervento del rappresentante degli studenti Gianluca Pozza.


Ore 12.07.
"Invece di temere fantomatiche invasioni di profughi dalla Libia dovremmo ammirare il loro coraggio", Gianluca Pozza si prende un bell'applauso dall'aula magna del Bo.


Ore 12.05.
"Abbiamo una vocazione profonda per libertà e democrazia, è quello che caratterizza gli studenti dell'Università di Padova. E' la stessa voglia di cambiamento che ci porta in piazza e che ci accomuna alle piazze del nord Africa" spiega il rappresentante degli studenti Gianluca Pozza: "Quale è la differenza tra un giovane patriota padovano del 1848 e un giovane egiziano oggi?".


Ore 12.00.
Sul podio sale Gianluca Pozza, presidente del consiglio degli studenti, con la coccarda tricolore appuntata al petto. Racconta degli studenti nel 1848 che si accapigliavano con i popolani e disturbavano con gli schiamazzi notturni i padovani, leggendo un brano di Leone Fortis.


Ore 11.55.
Tocca ora al direttore amministrativo Giuseppe Barbieri illustrare la situazione economica del Bo, attraverso anche grafici e tabelle: "Il 60% dei nostri bilanci si basa sui trasferimenti statali. Chiediamo un'inversione di rotta: i fondi vanno assegnati su base meritocratica e rispettando il peso dell'ateneo di Padova sull'ambito universitario nazionale".


Ore 11.50.
Il rettore ha terminato il suo discorso dichiarando aperto il 789esimo anno accademico dell'Università. Fuori intanto il corteo degli studenti ha percorso piazza delle Erbe, piazza dei Signori e piazza della Frutta per tornare nuovamente in piazza Garzeria, davanti al Pedrocchi.


Ore 11.45.
Nuovo ospedale: "Per noi è importante l'integrazioni delle funzioni. E siamo disponibili a ridefinire il rapporto con l'azienda ospedaliera. Non può che esserci integrazione tra azienda e università. Ma non ci faremo espropriare dalla possibilità di avere voce in capitolo, non saremo certo subalterni. Il 2011 dovrà dire una parola chiara e definitiva sul nuovo ospedale: è una priorità assoluta per Padova e per tutta la sanità regionale. No però a scelte di piccolo cabotaggio".


Ore 11.40.
Zaccaria fa un appello al governatore: "Stiamo portando avanti il progetto UniVeneto con gli altri atenei della regione. Ma senza risorse non possiamo fare tanta strada".


Ore 11.35.
Edilizia universitaria: "Quadrante strategico attorno a via Venezia, con il nuovo centro di via Gradenigo e il Fiore di Botta. Noi vogliamo creare lì una vera e proprioa agorà dell'innovazione", dice Zaccaria prospettando il futuro del Bo.


Ore 11.30.
Continua la protesta fuori dall'ateneo: gli studenti hanno circondato palazzo del Bo che è blindato dalle forze dell'ordine. E' partito anche il lancio di scarpe contro il portone del cortile nuovo del Palazzo. "E' un gesto che condividiamo con le proteste del medio oriente e nord Africa - spiegano i manifestanti - E' un gesto contro tutti i potenti che si barricano nei loro bunker".


Ore 11.25.
"La riaggregazione e trasformazione dei dipartimenti non sia un semplice maquillage, ma che sia una effettiva trasformazione migliorativa. Che ampli anche l'offerta formativa dell'ateneo" spiega Zaccaria.


Ore 11.20.
"Il nostro impegno per la ricerca non cambia, nonostante le difficoltà. Abbiamo stanziato 19 milioni e 300 mila euro in bilancio per la ricerca con sacrifici enormi - spiega Zaccaria nel suo intervento - E poi voglio rivolgere un caloroso ringraziamento a tutti i docenti che seguono la ricerca nonostante le difficoltà".


Ore 11.15.
Riforma Gelmini, "E' un cambiamento storico - spiega il rettore Zaccaria - Servono soluzioni e risposte condivise. Il tasso innovativo di questa riforma è ingabbiato da una "camicia di forza" centralistica e dall'ossessione del costo zero. All'università servono più risorse. Siamo l'unico paese europeo che taglia la spesa universitaria. Come possono stare insieme il merito e l'assenza di risorse per finanziarlo?".


Ore 11.10.
"Il nostro è l'ateneo di Ippolito Nievo e che vide 61 dei suoi studenti con i mille a Marsala. Vogliamo ancora continuare ad ispirarci oggi a quell'esempio. Serve un risveglio individuale e collettivo, un 'risorgere' come si voleva nel Risorgimento. Per risvegliarci da un lungo sonno. E l'istruzione è lo strumento più importante per promuoverlo". E' ancora il discorso del rettore Zaccaria.


Ore 11.05.
"Qui l'8 febbraio 1848 l'impulsivo e generoso entusiasmo degli studenti potè contare su una grande partecipazione popolare. Questa è la Padova Risorgimentale" dice Zaccaria.


Ore 11.00.
"Il 2011 è l'anno dei 150 anni dell'Unità d'Italia. Non è un caso parlarne al Bo. Nel 1861 l'Italia è nata nel segno di una volontà largamente condivisa di libertà e indipendenza. Non vogliamo idoleggiare lo stato unitario: il nostro Silvio Trentin già contestava il potere accentratore e prospettava un federalismo" spiega il rettore. "C'è ancora un po' di strada da fare per giungere a un'Italia che vorremmo 'una' nelle sue differenze. Il patriottismo del Risorgimento però non è ciarpame ideologico, ma il segno di un'italianità culturale risalente a Danta, Petrarca e Boccaccio".


Ore 10.55.
"La riforma Gelmini è stata approvata senza un'ampia condivisione" ricorda il rettore.


Ore 10.50.
Inizia la relazione del rettore Giuseppe Zaccaria: "Finchè si ha un briciolo di autorità pubblica non ci si può concedere il lusso del pessimismo" parole di Giorgio Napolitano riprese dal rettore.


Ore 10.45.
Sono circa 200 le persone che in piazzetta Garzeria stanno protestano contro la riforma dell'università. Lo slogan è: "Un'università per pochi? No grazie!". La zona attorno a palazzo del Bo e al Comune è completamente transennata: le forze dell'ordine blindano l'università per evitare contestazioni.


Ore 10.43.
In sala si proietta il video "Ma che storia" di Gianfranco Pannone. Si parla di Garibaldi e dell'impresa dei Mille. E il dialetto siciliano risuona al Bo.


Ore 10.40.
Entra nell'aula magna il corteo con i prorettori, i rappresentanti delle altre università, il governatore Zaia e il rettore Zaccaria.


Ore 10.30.
I goliardi hanno intonato il celeberrimo "Gaudeamus igitur", ma docenti e ospiti stanno ancora accomodandosi nell'aula magna del Bo e l'inizio della cerimonia slitta di qualche minuto.

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova