Dirottava i pazienti dall’ospedale al suo studio

Scandalo nella sanità padovana. Secondo l’accusa, formulata in un esposto inviato alla Procura della Repubblica dal direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Padova, Adriano Cestrone, il primario della Clinica Odontoiatrica, Gian Antonio Favero, avrebbe dirottato alcuni pazienti dalla struttura pubblica ai suoi ambulatori privati.
Il contenuto della denuncia è ancora top secret, ma sembra che i pazienti che si presentavano in Clinica per un preventivo o per una prima visita, venissero invitati a utilizzare gli ambulatori privati gestiti dal professor Favero, per ottenere la prestazione richiesta sia in tempi più brevi rispetto alle liste d’attesa della struttura pubblica che a un prezzo inferiore.
Secondo fonti attendibili, il primario avrebbe già ricevuto una contestazione di addebiti da parte dell’Azienda ospedaliera che, però, dovrà essere esaminata la settimana prossima, dal Comitato dei Garanti di Azienda e Università, visto che il professor Favero è innanzitutto un dipendente dell’Ateneo patavino. Il caso sarà esaminato anche dall’Ordine dei medici di Treviso dov’è iscritto il primario.
Gian Antonio Favero è uno degli odontoiatri più conosciuti in Italia: 66 anni, originario di Oderzo, sposato, due figli, di cui uno anche dentista, dopo essersi laureato a Padova, è stato l’allievo più virtuoso dell’ex primario Giampietro Cordioli. Attualmente, oltre ad essere il numero uno nella Clinica di via Venezia, gestisce numerose cliniche private a Treviso, Oderzo, Conegliano, Belluno, Trieste e Cortina. Controlla anche una clinica associata a Napoli e ne starebbe aprendo altre due, a Roma e a Milano. È presente anche all’estero con due nuove cliniche a Londra e a Bucarest.
La notizia dell’esposto in Procura sarebbe dovuta restare segreta, ma la presenza in città dell’inviato di “Striscia La Notizia” Moreno Morello ha, di fatto, reso pubblica l’indagine a carico del professore che, ieri, era segnalato fuori città.
«Sì, è vero», dice l’inviato di Mediaset, «sto approfondendo i contenuti dell’esposto. Ho incontrato anche alcuni clienti della clinica, che mi hanno contattato anche via mail». Tra l’altro sembra che il servizio di Moreno Morello metterà in luce anche i prezzi altissimi di alcune prestazioni odontoiatriche che possono arrivare fino a 30 mila euro quando il paziente, ad esempio, ha bisogno di rifarsi entrambe le arcate dentarie tra impianti e capsule in ceramica.
Sulla vicenda prende posizione anche il sindacato della funzione pubblica: «La Cgil esprime la massima fiducia nell’operato della magistratura» sostiene il segretario Aldo Marturano «qui non è in gioco solo una vicenda giudiziaria, su cui vige la presunzione d’innocenza. È giusto far luce sui confini tra medicina pubblica e privata per individuare subito chi non rispetta la deontologia professionale e utilizza il proprio lavoro soltanto per arricchirsi a fini personali».
Felice Paduano
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