Disabile di 15 anni picchiato e bruciato
Il ragazzo, aggredito in cortile, ha ustioni di secondo grado al braccio

BULLISMO. Un disabile è stato picchiato da due compagni di scuola
PADOVA.
Racconta che lo hanno bloccato durante la ricreazione. Poi l'hanno picchiato e gli hanno versato liquido infiammabile sul braccio sinistro e dato fuoco. Gravissimo atto di bullismo in una scuola media dell'Alta padovana. La vittima è un disabile di 15 anni.
Il ragazzo, di origine straniera, che vive con tre fratelli più piccoli e i genitori in una casa a schiera, proprio venerdì mattina non era insieme alla professoressa di sostegno che lo segue solo dal lunedì al giovedì. Al venerdì e al sabato, invece, lo studente non sarebbe seguito da nessun docente in particolare.
L'AGGRESSIONE.
Attirato in corridoio da un compagno di classe che lo aveva già preso di mira da tempo, è stato aggredito poco dopo in cortile anche da altro studente che alla fine lo ha minacciato di «spaccarlo in due» se avesse parlato di qualcuno. La giovane vittima (che ha una disabilità del 70 per cento), impaurita e spaesata, è ritornata in classe e non ha parlato con nessuno. E' stata la mamma, nel pomeriggio, quand'è rincasata dal lavoro, a trovare il figlio con il braccio sinistro appoggiato sul lavandino della cucina con il rubinetto dell'acqua fredda aperto. E l'ha portato in pronto soccorso.
«MAMMA, IL FUOCO».
Il figlio - dopo che la donna lo aveva incalzato - le ha raccontato di fuoco e di fiammiferi. I medici, dopo aver riscontrato la bruciatura di secondo grado (la prognosi è di ventitré giorni) e trovato alcune ecchimosi sul naso e sotto l'occhio sinistro, hanno chiamato i carabinieri per informarli della faccenda, come da prassi.
L'INDAGINE.
I militari hanno subito raggiunto la famiglia e ieri mattina insieme alla mamma e al ragazzino si sono presentati a scuola, per parlare con la preside dell'istituto e i professori (poi il ragazzo è ritornato a casa sua con la madre). Domani i militari (l'indagine per competenza territoriale è stata affidata alla Compagnia di Cittadella diretta dal capitano Marco Stabile) torneranno in istituto per riverificare il racconto della vittima e prendere i primi contatti con i ragazzi e i loro genitori.
I DUBBI.
La preside, ieri pomeriggio - dopo una riunione con i professori - ha spiegato che il ragazzino quando è uscito dall'istituto alle 13,10 stava bene. Glielo ha confermato anche la collega che lo ha accompagnato fuori dalla scuola. Dunque, secondo la dirigente scolastica, se qualcuno gli ha dato fuoco, lo ha fatto fuori dalla scuola, non certo all'interno dell'istituto. E che comunque, se i carabinieri verificheranno la veridicità del racconto della vittima, prenderà dei seri provvedimenti nei confronti dei responsabili anche se minori.
I RISCONTRI.
Nel frattempo, per la delicatezza della faccenda (anche la vittima è un minore per di più diversamente abile) gli investigatori hanno deciso di verificare ogni particolare con la dovuta calma, partendo proprio dal racconto del ragazzino, l'unico ad aver parlato finora di aggressione. Il riserbo, ovviamente, è assoluto, anche perché non sarebbero stati trovati elementi tali da pensare che si tratti di un atto di autolesionismo. Tuttavia, nemmeno prove nel cortile della scuola che indichino un'aggressione con il fuoco. C'è da capire se e come gli aggressori siano venuti in possesso del liquido infiammabile. L'hanno portato da casa? Preso nello sgabuzzino della scuola?
IL MOVENTE.
Un particolare c'è: il fratello minore del disabile - che frequenta lo stesso istituto scolastico - ieri ha raccontato che il fratello è da quando ha iniziato l'anno scolastico a settembre (prima era in una comunità) che si trova nel mirino di alcuni bulli della scuola, istituto già assurto agli onori della cronaca per un episodio di bullismo (di tutt'altra natura) fra studenti. Il ragazzo disabile sarebbe diventato lo zimbello di alcuni suoi compagni proprio a causa del suo handicap.
IL RACCONTO.
L'aggressione - stando al racconto del quindicenne - è avvenuta «dopo la quarta campanella», a ricreazione. Un suo compagno di scuola, in cortile lo ha avvicinato, cominciando a strattonarlo. Poi un altro gli avrebbe versato liquido infiammabile sull'avambraccio sinistro e avrebbe appiccato il fuoco. Il giovane non avrebbe raccontato a nessuno cosa gli era capitato. Quand'è uscito dalla scuola il nonno (come ogni giorno) è andato a prenderlo. Ma il ragazzino, invece che salire a fianco del nonno è salito dietro. Un comportamento strano, ma che lì per lì non ha fatto sorgere alcuna domanda all'anziano, che ha portato a casa il nipote. E' stata la mamma, invece, ad accorgersi della scottatura al braccio e ad accompagnare il figlio in pronto soccorso.
LO PSICOLOGO.
I Carabinieri, nei prossimi giorni, risentiranno la vittima, con l'ausilio dello psicologo che lo segue abitualmente. Vogliono verificare parola per parola in modo da poter avere in mano un quadro preciso di ciò che è accaduto. Il nome dei responsabili, d'altra parte, ci sarebbero già. Ma prima di accusarli gli investigatori, coordinati dalla Procura dei Minori di Venezia devono essere sicuri di tutto.
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