Discarica abusiva nell’Alta: è la quinta scoperta dalla Finanza in 16 mesi
L’operazione condotta con l’ausilio di un elicottero della Sezione Aerea di Venezia: denunciato il proprietario del terreno. Scaricava rifiuti pericolosi, tra cui estintori, bombole e frigoriferi

Una costellazione di discariche abusive si nasconde nel Padovano. La distese della pianura sono un nascondiglio perfetto: campi abbandonati, spazi di proprietà private imboscati diventano punti di scarico per materiali pericolosi. Passando dalla strada è impossibile notarli, e così solo un occhio dal cielo, la maggior parte delle volte, è in grado di individuarli.
È così che anche questa volta i finanzieri del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Padova, con il supporto di un elicottero della Sezione Aerea di Venezia, sono riusciti a scovare in questi giorni a San Giorgio delle Pertiche l’ennesima discarica abusiva. È già della quinta dall’inizio del 2025.
Si tratta inevitabilmente di un tipo di reato ambientale che espone al pericolo di ecomafie: secondo il più recedente rapporto di Legambiente questi reati sono aumentati del 15,6% tra il 2023 e 2024. La prima provincia del Nord Italia per eco-reati non è distante da Padova: è infatti Venezia, con 662 episodi registrati, al nono posto sulla classifica nazionale.
Operazione dal cielo
Da terra il cumulo sembrava solo un’area incolta. Ma dall’alto, con l’occhio elettronico di un elicottero MH-169A della Guardia di Finanza, quei profili irregolari e lamiere ossidate hanno preso forma. A San Giorgio delle Pertiche, alle porte dell’Alta Padovana, un appezzamento di circa 2.000 metri quadrati è stato individuato e sequestrato perché trasformato in una vera discarica abusiva: bombole, batterie esauste, elettrodomestici dismessi e altri rifiuti speciali, anche pericolosi.
L’operazione è stata coordinata dal Comando provinciale della Guardia di Finanza di Padova e condotta dai militari della Compagnia di Cittadella con il supporto del Reparto operativo aeronavale di Venezia. L’input è arrivato dal monitoraggio ambientale sistematico su tutta l’Alta Padovana, rafforzato dall’impiego di strumenti di bordo di ultima generazione. Da qui la scoperta della distesa di materiali in stato di evidente abbandono.
Denunciato il responsabile
Ma l’intervento non si è fermato alla sola ispezione. Gli accertamenti hanno portato a ricostruire anche la filiera dietro al deposito: secondo le verifiche investigative, l’area era utilizzata stabilmente per la gestione di rifiuti, senza alcuna autorizzazione e senza l’iscrizione al Catasto nazionale dei rifiuti. A gestirla un soggetto che fino al 2024 risultava titolare di una partita Iva nel settore dell’abbigliamento. Un’attività parallela dunque, esercitata fuori dai canali legali e con gravi rischi per l’ambiente e la salute pubblica.
Le Fiamme Gialle hanno sequestrato l’intero terreno e trasmesso gli atti alla Procura della Repubblica di Padova. Le ipotesi di reato contestate all’uomo sono la gestione non autorizzata di rifiuti, la violazione dei sigilli e l’oltraggio a pubblico ufficiale. Tra i materiali rinvenuti anche estintori e contenitori di gas, potenzialmente esplosivi se esposti a fonti di calore, e refrigeratori deteriorati, la cui decomposizione può liberare sostanze inquinanti.
Contrasto ai reati ambientali
Il sequestro a San Giorgio delle Pertiche si inserisce in una lunga serie di interventi analoghi portati avanti dalla Guardia di Finanza nell’ultimo anno nel Padovano. Nel novembre 2024 la Finanza aveva già scoperto a Borgoricco un’area di 2.000 metri quadrati trasformata in discarica non autorizzata di rifiuti speciali.
Prima, nel maggio 2024 a Piove di Sacco era stata trovata un’area (sempre intorno ai 2.000 metri quadrati) in cui un soggetto scaricava rottami, da vecchi elettrodomestici a pneumatici e ogni sorta di rifiuto pericoloso. E prima ancora, a gennaio 2024 a Este, i militari del Comando provinciale di Padova avevano trovato un’altra discarica abusiva con 70 tonnellate di rifiuti. In tutto da inizio 2024 sono stati individuati cinque depositi di questo tipo.
I numeri sul Padovano sono in crescita rispetto agli anni precedenti, segno comunque di controlli rigidi su tutto il territorio, ma anche indice di un fenomeno presente e difficile da contrastare. Questo non si può dire a livello nazionale: sempre secondo Legambiente sono in calo le applicazioni della legge 68 del 2015, che stabilisce pene più gravi per gli eco-reati, oltre a riconoscere gli illeciti di inquinamento ambientale, disastro ambientale e omessa bonifica tra gli altri. Dalle 637 applicazioni della legge del 2022 si è passati alle 600 dello 2023: a determinarlo, secondo Legambiente, sarebbero i minori controlli in alcune regioni, passati in totale da 1.559 a 1.405.
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