Discarica di Balduina ampliata gli ambientalisti dicono “no”

Alle 15.30, davanti al municipio, microfono aperto ad associazioni e comitati Il progetto prevede un aumento della capienza di un milione di metri cubi



Per associazioni e comitati, ma anche per numerosi sindaci, quell’ampliamento mina salute e futuro del territorio. Per ribadire questi timori oggi, davanti al municipio di Sant’Urbano, si terrà una manifestazione di protesta contro l’ampliamento della discarica tattica regionale di Balduina.

LA MANIFESTAZIONE

Il sit-in è organizzato in particolare da Lasciateci Respirare Monselice, L’altra Este e Terre Nostre Veneto, realtà che da subito si sono mosse contro il progetto presentato da Gea srl, la società che gestisce la discarica di Sant’Urbano. La formula della manifestazione sarà quella del microfono aperto: chiunque potrà dunque motivare il dissenso all’ampliamento della discarica. L’appuntamento è alle 15.30 davanti al municipio.

L’AMPLIAMENTO

Il progetto avanzato da Gea prevede un miglioramento delle pendenze dell’attuale discarica, necessario a scongiurare infiltrazioni e cedimenti inevitabili dopo ormai trent’anni dall’avvio di questo sito. Il rafforzamento delle pendenze, tuttavia, porta con sé un innalzamento della quota finale della discarica, che da 16 passa a 21 metri. Questo permetterà di aumentare la capienza dell’impianto di 1 milione di metri cubi (i 3, 8 milioni di metri cubi attuali diventeranno dunque quasi 5), quanto basta per allungare la vita della discarica di sette anni, dal 2022 al 2029. Contestualmente Gea investirà anche 2 milioni di euro per la realizzazione di un impianto per il trattamento del percolato e dei Pfas.

IL FRONTE DEL NO

Il mondo ambientalista è contrario al prolungamento della vita della discarica e quindi dell’attività industriale di Balduina. In relazione all’ampliamento, le associazione promotrici del sit-in temono rischi per la tenuta del fondo della discarica a fronte di un aumento di peso dovuto a 1, 1 milioni di tonnellate di nuovi rifiuti, ma anche potenziali pericoli collegati al nuovo depuratore che potrebbe essere chiamato a trattare non solo il percolato di Sant’Urbano ma anche quello di altre discariche. Accanto agli ambientalisti ci sono anche numerosi sindaci del territorio, secondo cui l’attività di Gea e della discarica ha portato sì risorse, ma solo ai cittadini di Sant’Urbano e peraltro senza garantire un’effettiva crescita del territorio. Soldi, dunque, ma non sviluppo.

I NO PFAS

La protesta di oggi ha raccolto anche l’appoggio del Comitato Zero Pfas Montagnana e delle Mamme No Pfas. L ’ampliamento della discarica potrebbe «compromettere seriamente l’integrità della falda acquifera sottostante. L’aumento di peso che la discarica dovrebbe sopportare, potrebbe causare cedimenti del letto della stessa con la conseguente infiltrazione di percolati di varia natura compreso anche quello derivante dai fanghi Pfas». —

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