Disco, 500 lavoratori a rischio I gestori: è la fine di un settore

Segato: servono subito sostegni economici. Massaggia: regole rispettate, gli assembramenti in piazza

Padova

Alla fine è arrivata la mazzata. Il governo ha deciso la chiusura delle discoteche in tutta la penisola. In provincia di Padova i locali da ballo sono 30 quasi tutti iscritti al Silb, affiliato Appe. Gli addetti sono 500. Il fatturato annuale ammonta a 15 milioni di euro. In pratica 500 mila euro a locale.

«A questo punto la situazione è ancora più disperata di prima», spiega il direttore dei Pubblici Esercizi, Filippo Segato, «Sono coinvolti non solo gli unici che erano aperti, ossia Villa Barbieri in area Zip e Villa Italia, ma anche tutti gli altri locali del settore, che sono attualmente chiusi perché non dotati di spazi all’aperto. Sono molto amareggiato perché le discoteche padovane stavano rispettando rigorosamente le direttive emanate da Luca Zaia, che aveva dimezzato gli spazi per ballare sotto le stelle e aveva istituito l’obbligo della mascherina. Servono sostegni economici, come, d’altronde sono stati concessi a tutti i tipi di aziende».

Sempre Segato fa notare una contraddizione che è stata inserita, pochi giorni fa, in una direttiva emanata dalla Regione Veneto. «Si continua a bastonare duramente tutto il settore, mentre, nello stesso tempo, in Veneto, si elimina il distanziamento di un metro tra i clienti conviventi nei bar, nei ristoranti e, quindi, anche nei locali da ballo, anche se questi dovranno restare chiusi. I titolari dei locali non sanno più quali direttive seguire. Regna il caos».

Prende posizione anche Andrea Massaggia, contitolare di Villa Barbieri, da decenni riferimento del settore con esperienze vissute anche a Jesolo ai tempi del mitico Renato Giacchetto. «Una scelta che non sta né in cielo e né in terra», osserva Massaggia, contitolare del Q, ex cinema Quirinetta, «Perché si chiudono solo le discoteche e non anche gli altri spazi di divertimento all’aperto? Vuoi vedere che gli esperti pensano che sia la musica a favorire il contagio del virus? Poi, a livello locale, mi devono spiegare che differenza c’è tra la situazione che si è creata in piazza dei Signori, dove i giovani possono girare senza mascherina e sono appiccicati l’uno all’altro e quella che esisteva a Villa Barbieri dove i clienti dovevano indossare obbligatoriamente la mascherina e restare distanziati. Ogni sera abbiamo pagato dieci persone per vigilare sui giovani che ballavano all’aperto, a debita distanza, per evitare assembramenti. Nelle ultime due serate, abbiamo rispettato in pieno la direttiva regionale che ci ha dimezzato la capienza. Bastava continuare su questa direttiva visto che da noi non c’è stato nessun contagio». Duro anche il commento del presidente provinciale del Silb e titolare della discoteca Aquarius-Paradiso Latino, a Campodarsego. «Dopo questa decisione, ci avviciniamo a passo di bersagliere, verso la morte di tutto un settore, che, dove gestito bene, rendeva felici giovani e meno giovani», sottolinea Andrea Cavinato». —



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