Domani l’addio a Mazzucato «Persona gentile e schiva»

Il ricordo di chi ha conosciuto l’imprenditore, dalla fioreria di via San Fermo che riforniva  anche Palazzo Moroni al declino degli ultimi anni

I funerali di Vittorio Mazzucato, 74 anni, si terranno domani alle 10. 45 nella chiesa di Santa Rita, a pochi metri dalla villa bianca, in stile liberty in via Facciolati dove, negli ultimi anni abitava in condizioni disumane, senza luce, acqua e gas, in compagnia del suo fedelissimo yorkshire che si è lasciato morire assieme al suo padrone. Lascia i cugini Domenico, Marisa, Daniela e Isabella Mazzucato e Paolo, Luisa ed Anna Maria Bertelli. In molti sono rimasti colpiti dalla morte dell’ex imprenditore, trovato esanime nella cantina di casa, con a fianco, pure morto, il fedele cane yorkshire. Dopo la chiusura dello storico negozio in via San Fermo aveva gestito le serre di via Facciolati, dove oggi c’è il discount In’s e dove, prima della morte della sorella Italia, era stata costituita la società immobiliare Italia Mazzucato.

il ricordo

«Quasi certamente il declino di Vittorio Mazzucato è iniziato nel momento in cui anche la villa, dove abitava solo, è stata messa all’asta per i troppi debiti accumulati» spiega Sandro Borselli, ex presidente provinciale di Fimaa-Ascom, «è stata aggiudicata a una società edile il cui progetto di ristrutturazione è ancora fermo in Comune». Chi conosceva molto bene Vittorio è anche Silvano Salvadego che lavorava nel deposito della torrefazione Hausbrandt in via Fermo, davanti alla fioreria che tra gli anni Ottanta e Novanta era la più popolare della città. «Vittorio Mazzucato era una persona molto riservata» ricorda Salvadego, «non era espansivo come la sorella Italia. Parlava molto poco. Era gentile con tutti, ma nello stesso tempo era schivo ed amava la solitudine».

Anche l’ex onorevole del Pd ed ex sindaco, Paolo Giaretta, ricorda benissimo la fioreria Mazzucato in via San Fermo: «E chi non conosceva, in centro, Vittorio e Italia Mazzucato» osserva Giaretta, «erano loro che fornivano di fiori e piante ogni volta che ce n’era bisogno Palazzo Moroni. Lavoratori serie persone sempre corrette».

Felice Paduano

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