Don Romeo fa tutto esaurito alla Messa: ecco il prete-motociclista

Mille fedeli a S. Rita per ascoltare le omelie del sacerdote. Scende dal pulpito, scherza e parla di legge elettorale

PADOVAAlle 10.30 di domenica scorsa, ma potrebbe essere qualsiasi altra domenica, via Paruta è già intasata. Le auto sono parcheggiate ovunque e per passare è necessario improvvisare un senso alternato. È adibito a parcheggio anche il sagrato della chiesa, dove si affollano utilitarie, motorini ed una selva di biciclette. La gente continua ad arrivare come un fiume in piena. Vengono da Santa Rita, ma anche dai quartieri limitrofi e dalla provincia, «molti da Albignasego» suggerisce uno dei fedeli. Poco dopo le 11 la chiesa - perché di una messa si tratta - è gremita, si contano circa seicento persone sedute e almeno altre trecento in piedi.

Sono arrivati tutti per ascoltare don Romeo Sinigaglia. I fedeli sono ovunque: in ogni angolo libero della chiesa, dall’antingresso all’altare. Qualcuno riesce ancora ad aggiungersi, qualcun altro rinuncia, «torneremo stasera», dicono. Ancora pochi minuti e la messa inizia: si leva al cielo un “Alleluja” cantato da mille voci all’unisono. Le accompagna una musica ritmata e vagamente rock, in cui anche un orecchio non allenato riconosce la ricchezza e varietà degli strumenti. Bastano pochi minuti e la folla si spiega. Don Romeo, decisamente, è un parroco fuori dal comune: scende dal pulpito, cammina tra la gente, non disdegna l’ironia e alleggerisce la celebrazione con qualche battuta.

«Oggi facciamo presto», promette ai fedeli. Poi la predica si prolunga per mezz’ora. Parla di Noè, che per verificare se la terra fosse tornata abitabile libera una colomba. Noè, racconta il prete, lascia andare l’uccello per tre volte: la prima torna subito, perché fuori dall’arca ha trovato solo acqua; la seconda torna con un ramoscello d’ulivo, mentre la terza, spiega don Romeo «non torna più, perché ha trovato un luogo dove fare il nido». «Una signora mi ha chiesto se la colomba non fosse morta», aggiunge. La gente ride, ma il prete risponde e salta da un contesto all’altro, parla di politica: «No, no, signora, la colomba è viva! Perché tutto questo pessimismo? Va bene che non sappiamo nemmeno fare una legge elettorale, ma non siate così pessimisti!».

Poi il parroco chiama i bambini a sé, li rende piccoli attori di una parabola. I bimbi accorrono e don Romeo li chiama per nome, uno ad uno. Si rivolge alla comunità dei credenti come ad un gruppo di amici, e l’ecclesia risponde, con la partecipazione, il calore, e infine uno scroscio di applausi, che chiudono il sermone. «Don Romeo è molto colto, insegna filosofia», racconta uno dei presenti. «Ma qui è come parlare con un amico», aggiunge un’altra signora, che arriva dalla Guizza. Tra le sue passioni c’è quella per le moto, e i parrocchiani raccontano di vederlo, ogni tanto, a cavallo del suo bolide. Nel 2009 fu soprannominato per qualche tempo “il prete centauro”: guidò una cinquantina di altri bikers lungo un pellegrinaggio su due ruote, da Padova a Ravenna. Un modo per ricordare le vittime della strada.

Al sacerdote, però, non piace parlare di sé. È nato a Cinto Euganeo nel 1961 e, prima di arrivare a Santa Rita, è stato per dieci anni a Voltabrusegana. Il suo passaggio non è mai passato inosservato: la sua passione per la musica e il suo modo di fare amichevole l’hanno sempre reso il beniamino di tutta la comunità, a partire dai giovani. «Sono qui a Santa Rita solo da tre anni, spero di rimanerci», si limita a commentare. Ha sposato la chiesa con tutto ciò che ne consegue, anche il riserbo.

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