Donna incinta azzannata da un dogo

È stata aggredita nell’allevamento amatoriale di proprietà del compagno, ora è ricoverata in Chirurgia plastica
Di Enrico Ferro

L’ha attaccata da dietro, l’ha azzannata tra spalla e collo e poi ha cominciato a trascinarla. V.R., 36 anni, al sesto mese di gravidanza, ha gridato con tutta la forza che aveva in corpo mentre un dogo argentino affondava i denti nella carne. L’ha aiutata il suo pitbull, lesto ad avventarsi contro il cane ormai fuori controllo per fargli mollare la presa. È successo martedì verso mezzogiorno in via Sant’Orsola Vecchia 32 a Voltabarozzo, sede di un allevamento amatoriale di doghi. Sono i cani di Federico Bagnoli, esemplari che continuano a ricevere riconoscimenti nelle competizioni in tutto il mondo. La donna attaccata è la compagna dell’allevatore.

«Quello è un dogo che ci è stato prestato per fare le cucciolate» spiega Federico Bagnoli cercando di minimizzare l’accaduto. «Stava litigando con una femmina e per quel motivo la mia compagna è intervenuta. È stata morsa alle spalle ma non c’è nulla di grave».

La donna è stata subito soccorsa dalla madre che si era recata a farle visita. Caricata in ambulanza è stata trasferita in Chirurgia plastica per le lacerazioni alle braccia e alla schiena. Chiaramente sono stati fatti anche tutti gli accertamenti necessari per una donna incinta. La prognosi è di 30 giorni e fortunatamente non ci sono conseguenze per la prosecuzione della gravidanza.

I primi accertamenti sono stati svolti dagli agenti del posto di polizia dell’ospedale. In via Sant’Orsola Vecchia ci sono una quindicina di cani che vengono allevati e preparati per i concorsi. Quella per i doghi argentini è una passione che Bagnoli coltiva ormai da anni. Martedì si trovava all’estero proprio per la sua attività di allevamento. È stato subito avvisato dal fratello e ha preso il primo aereo disponibile per tornare a Padova.

«Non è successo nulla di particolare» ripete. «Io sono conosciuto ovunque per la mia professionalità, quindi non accetto che si facciano illazioni. Lavoro seriamente da vent’anni. La mia compagna ha compiuto un errore dettato semplicemente dall’ingenuità. È entrata nel recinto per dividere i due cani che litigavano e uno si è avventato contro di lei».

È ancora vivido nell’immaginario collettivo il ricordo del bambino di un anno e mezzo morto sbranato da due doghi argentini lo scorso mese di agosto in provincia di Catania.Il bimbo giocava con la mamma in una piccola piscina gonfiabile e i due animali, all’improvviso, si sono avventati contro di lui e lo hanno azzannato alla testa e al collo senza lasciargli scampo. Anche la madre è stata ferita.

A Voltabarozzo sono giunti anche i veterinari dell’Usl che ora dovranno valutare se il cane è idoneo o meno a rimanere libero. Nel frattempo l’hanno lasciato nell’allevamento, isolato dagli altri esemplari.

e.ferro@mattinopadova.it

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova