Donna sequestrata dall’ex, i vicini di casa: «Aveva i segni di violenza sui polsi»

La vittima è stata accolta da una coppia, che ha contattato il 112: il telefonino le era stato sequestrato. Raccontano: «La ragazza era ra sotto choc»

 

Silvia Bergamin
La cassetta dove la donna in fuga ha trovato riparo
La cassetta dove la donna in fuga ha trovato riparo

«Erano le 2.54, siamo stati svegliati da urla disperate, sentivamo una donna che gridava “aiuto, aiuto”. L’abbiamo accolta nel nostro bungalow e chiamato i carabinieri». Il primo soccorso alla vittima dell’ex fidanzato violento è arrivata da una coppia di ospiti dell’agriturismo Sartor.

La 38enne era riuscita a liberarsi, a strappare i lacci di calzini e cavigliere che la bloccavano ai polsi, ed era fuori, nel gelo della notte, nel buio della campagna, a chiedere di essere aiutata.

Il racconto 

«Stavamo dormendo», racconta la soccorritrice, «quando quel grido di aiuto ci ha destati. È stato un attimo. Eravamo sorpresi, preoccupati, angosciati, e ci siamo precipitati a guardare fuori: c’era questa donna che correva all’esterno. Non ci abbiamo pensato due volte, l’abbiamo fatta entrare nel nostro bungalow: era molto agitata, tremava, e non riusciva a parlare. La prima cosa che abbiamo notato è che aveva segni evidenti ai polsi, era ferita». Sono passati secondi che forse sono sembrate ore.

Lei lo lascia, lui la sequestra e la minaccia di morte: arrestato
L'agriturismo dove è avvenuto il fatto

«Ansimava, poi ha iniziato a respirare. Ci ha detto che era riuscita a scappare. Era concitata, sotto shock, faceva cenno a minacce di morte. Dopo un po ’abbiamo capito. Ho preso il telefono, il suo – ci ha detto – le era stato sottratto dall’ex fidanzato, con le chiavi della sua macchina. E così abbiamo composto il 112. Una volta partita la chiamata, le abbiamo passato il cellulare. E lei ha parlato ai carabinieri, spiegando quello che era successo. Loro l’hanno tranquillizzata, le hanno assicurato che sarebbero arrivati subito. Nel frattempo ci ha spiegato che era venuta a trovare il suo ex e poi hanno iniziato a litigare, e lui l’aveva minacciata, e poi legata. Si è liberata, è uscita dalla finestra, nell’impeto ha scardinato la zanzariera, e ha urlato».

L’arrivo dei soccorsi 

È iniziata l’attesa, che è stata breve. Ma in quei momenti tutto incute paura, terrore, i nervi sono a pezzi, non si sa cosa aspettarsi dall’uomo che dice di amarti e – dopo avertelo detto – ti minaccia di morte con un coltello da cucina, ti lega, ti chiude in una stanza, ti porta via telefono e chiavi dell’auto.

«Le forze dell’ordine sono arrivate dopo dieci minuti», racconta l’ospite, «e si sono posizionate ad attendere l’uomo. Non ci è voluto molto. Lui è tornato e ha iniziato ad urlare il nome della donna. Lo gridava con cattiveria, con rabbia. E allora è stato arrestato. Noi siamo rimasti nel bungalow, con la donna che avevamo soccorso. Che cosa potevamo fare? Le siamo stati vicini, ci siamo presi cura di lei, per quanto possibile l’abbiamo sostenuta e consolata».

Un’esperienza drammatica: «L’abbiamo salutata quando è arrivata anche l’ambulanza e lei è stata accompagnata in ospedale a Cittadella per ricevere le medicazioni necessarie. Ci auguriamo davvero che si riprenda, le abbiamo fatto tutti i nostri auguri. E speriamo – soprattutto – che possa dimenticare presto questo incubo, e lasciarselo alle spalle, e stare bene».

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