Donne, potere, follia e questione di genere in “La dodicesima notte” al Verdi di Padova
Fino al 23 luglio la nuova produzione dello Stabile del Veneto per la regia di Veronica Cruciani. Ogni sera alle 19

PADOVA. Fino al 23 luglio in scena, tutte le sere alle 19, al Teatro Verdi, è “La dodicesima notte”, una produzione Tetaro Stabile del Vento e Teatro Nazionale che propone uno dei più noti testi di William Shakespeare in una originale versione adattata e diretta da Veronica Cruciani.
Lo spettacolo, che vede Valeria Perdonò interprete del personaggio Malvolio in scena assieme agli attori e alle attrici della Compagnia Giovani del Teatro Stabile del Veneto Gianluca Bozzale, Maria Celeste Carobene, Gaspare Del Vecchio, Riccardo Gamba, Elisa Grilli, Cristiano Parolin, Francesca Sartore e Leonardo Tosini, rilegge le vicende della commedia shakespeariana raccontando in chiave contemporanea il divertente intreccio di amori e inganni tra i gemelli Viola e Sebastiano, il Duca Orsino e la dama Olivia mettendo in scena una commedia in cui l’atmosfera di follia è enfatizzata attraverso la rappresentazione di alcuni personaggi tra cui Sir Toby, Sir Andrew, Maria e Feste.

Le scene di Alberto Nonnato e le luci di Roberto Raccagni, la drammaturgia sonora e le musiche di Jhon Cascone, e i costumi di Lauretta Salvagnin contribuiscono a tratteggiare un quadro variopinto e ritmato in cui emergono con spontaneità temi come il travestimento, la fluidità di genere e un’acuta riflessione sul ruolo della donna nella società e nel teatro.
Dopo la pièce, come consuetudine per questa rassegna, il pubblico può godere anche di un momento di convivialità con l’aperitivo offerto dal Teatro.
I biglietti sono disponibili online sul sito www.teatrostabileveneto.it e alla biglietteria al Teatro Verdi. Gli abbonamenti sono acquistabili solo presso la biglietteria del Teatro Verdi (apertura biglietteria da martedì a sabato 10–13 e 15-19).
LE NOTE DI REGIA DI VERONICA CRUCIANI
Così Veronica Cruciani descrive la sua creazione.
«Un’opera teatrale dall’umore “folle”.
La follia in “La dodicesima notte” non è rappresentata solo attraverso i personaggi, ma tutta l’atmosfera della commedia sembra essere attraversata dalla follia. Una follia allegra, di una varietà gioiosa. L’atmosfera folle dell’opera è in linea con la sua celebrazione omonima, un’importante festa che si tiene il dodicesimo giorno dopo Natale. La dodicesima notte è stata concepita per un periodo di piacere: questo è l’indizio dell’atmosfera e del sapore speciale dell’opera che la distingue dalle altre commedie di Shakespeare. Oltre allo stato d’animo festoso, l’idea che la follia sia di natura gioviale è enfatizzata attraverso la rappresentazione di alcuni personaggi tra cui Sir Toby, Sir Andrew, Maria e Feste.

Sir Toby è il leader della baldoria, le cui uniche preoccupazioni sono mangiare, bere e fare baldoria. Egli è, infatti, sempre ubriaco “non parla che da pazzo”, come commenta Olivia.
Sir Andrew: “Un pazzo naturale” a sua volta, prende parte alla baldoria di cui Sir Toby risulta essere il capo. È anche una delle vittime di Sir Toby, che lo prende ripetutamente in giro.
Maria lo chiama “cavaliere sciocco” e “naturalissimo”. Nell’Elogio della follia di Erasmo, il termine “naturale” si riferisce a “quella classe di uomini che generalmente chiamiamo idioti, sciocchi, imbecilli.”
Maria è combattiva e schietta, la sua personalità è maliziosa. Maria trama maliziosamente per ingannare Malvolio e viene paragonata alla figura di un’amazzone da Sir Toby dopo aver rivelato la sua intenzione di ingannare Malvolio. Sir Toby la chiama allegramente Pentasilea (regina delle Amazzoni), augurandole una “buona notte”.

Molti buffoni, specialmente quelli che venivano patrocinati dalle corti d’Italia, erano abili nella musica, nell’arte, le loro lingue erano taglienti ed erano virtuosi nell’improvvisazione. Come possiamo vedere, Feste è conforme a questa rappresentazione del buffone. E’ molto abile nella musica, eccellente nei giochi di parole, nell’ingegno e nell’improvvisazione, ed evidentemente è un “costruttore di risate”. Così, in questo senso, Feste sembra essere uno sciocco artificiale (sciocco naturale: Sir Andrew) che contraffà professionalmente la follia per il divertimento degli altri ed è consapevole del ruolo che svolge.
Fino a che punto questa follia è allegra?
All’inizio dell’opera, Malvolio è rappresentato come l’unico difensore dell’ordine che si oppone alla follia festiva che è diventata all’ordine del giorno. Malvolio si trova a rappresentare una minaccia per il nuovo ordine stabilito di follia e disordine. Malvolio cerca di creare ordine lì dove regna il caos e viene condannato con veemenza per la sua serietà in un mondo completamente folle, venendo dichiarato pazzo.

La punizione di Malvolio consiste nel fargli abbracciare proprio la festa che aborrisce, facendogli recitare una parte che è lontana da quella che è normalmente la sua identità. Questa parte che Malvolio è costretto a recitare e che è in contrasto con il suo carattere serio è, infatti, “un passatempo”, per usare la parola di Sir Toby. La follia di Malvolio non è solo stimolata ma anche messa in scena e rappresentata come una forma di spettacolo per il divertimento.
Avendo convinto Olivia che Malvolio è pazzo, Sir Toby decide di confinarlo in una stanza buia. La reclusione di Malvolio in una piccola stanza buia ricorda il luogo di Bedlam (Bethlem), un ospedale in cui venivano confinati i pazzi.
La pratica di confinare i pazzi è una delle strategie usate nell’Inghilterra elisabettiana per gestire gli infermi e contenerli all’interno della comunità. L’ospedale e i suoi pazzi erano considerati uno dei divertimenti della Londra dei Tudor e degli Stuart. Malvolio è abbastanza consapevole del suo desiderio di elevarsi al di sopra del suo status, è il suo “amor proprio” che Maria utilizza per ingannarlo. Infatti prima di trovare la lettera, Malvolio, fantastica di salire la scala sociale e di essere il conte Malvolio, ha già il desiderio di elevarsi al di sopra del suo status.
In questo senso, la lettera di Maria ha solo rafforzato ciò che è sempre stato latente in Malvolio. Essendo malato d’amore e ulteriormente incoraggiato dalla lettera ad illudersi, cerca di far sì che la lettera “assomigli a qualcosa in lui”, Malvolio cade nella follia. La follia di Malvolio, in questa luce, non può essere letta solo in relazione alla follia allegra. È “un passatempo” che ci induce ad avere pietà, data la natura tragica della sua caduta. Una caduta dalla grazia che non è solo personale e sociale, ma ha anche una risonanza spirituale. Malvolio, alla fine dell’opera, non viene reintegrato nella comunità, si ritira promettendo che si vendicherà di tutti e tutte.
Travestimenti e ruoli di genere
Malvolio nello spettacolo sarà interpretato dall’attrice Valeria Perdonò. Questa scelta, di far interpretare un personaggio maschile ad un attrice, è motivata dal fatto che spesso i protagonisti di Shakespeare sono uomini e penso che sia importante affidare ruoli da protagonista anche a delle attrici che così si possono misurare in ruoli complessi, non schiacciati nella bidimensionalità dello stereotipo femminile, spesso presente nella drammaturgia. Inoltre le questioni di genere attraversano tutta l’opera: Olivia si innamora di Cesario/Viola e il desiderio di Viola/Cesario per Orsino la porta ad essere così ambigua con lui che ci si potrebbe chiedere se l’atteggiamento di Orsino nei suoi confronti sia solo di amicizia. Lo stesso si può dire dei forti sentimenti di Antonio per Sebastiano. Per questo motivo far recitare Malvolio ad un’attrice mi è sembrato coerente con l’umore dell’opera.
In La dodicesima notte, il travestimento ha conseguenze in due aree diverse: sull’identità sessuale e i ruoli di genere da una parte e sul desiderio di salire la scala sociale dall’altra. Il desiderio di Viola di essere l’eunuco di Orsino la spinge a indossare abiti maschili, mentre la volontà di Malvolio di essere “conte” lo porta ad adottare atteggiamenti e abiti insoliti per sedurre Olivia.
Il travestimento è stato adottato spesso dalle donne come mezzo per accedere al potere in un contesto maschilista. Sebbene l’epoca elisabettiana fosse dominata da uno dei più potenti monarchi inglesi che si dava il caso fosse una donna, i soggetti femminili erano per lo più subalterni. Il potere e le opportunità appartenevano all’uomo e poco alle donne di classe superiore. Questo è il motivo per cui attraverso il travestimento i personaggi femminili in Shakespeare potevano creare l’illusione di detenere il potere.
Viola quando arriva in Illiria è in una posizione vulnerabile come donna, poiché si trova in un luogo sconosciuto senza alcun tutore maschile in una società ostile alle donne, le sue possibilità di sopravvivenza sono più come uomo che come donna. Il suo travestimento cambia non solo gli stati ma anche i destini delle persone che la circondano e la mette al centro della trama. Quindi iniziato da Viola come un mezzo di sopravvivenza diventa uno strumento che gli dà potere in una società̀ dominata dagli uomini, con il quale sovverte la nozione di ruolo di genere.
Una vera insurrezione femminile entra nel testo attraverso Olivia, una figura la cui indipendenza sessuale ed economica la rendono minacciosa per il patriarcato. Olivia è una contessa e poiché suo fratello è morto, l’autorità è detenuta da lei.
Rifiuta la proposta di Orsino, il duca, e decide di sposare un uomo di rango e status inferiore al suo, il che è di per sé un atto di ribellione molto potente, poiché a quel tempo i matrimoni erano combinati e una donna doveva sposarsi con un uomo di status superiore al suo. Questo dimostra che Olivia è una donna potente e ribelle e che è riluttante a cedere il suo potere agli uomini. Ma non è così che la gente allora la guardava e Olivia sembra essere ben consapevole di questo fatto.
Nonostante sia una contessa capace e intelligente Olivia non viene mai riconosciuta per questo, è ammirata ma solo per la sua bellezza. La società patriarcale di quell’epoca non ha mai considerato le donne come figure politiche o leader, ma semplici merci di godimento maschile, anche se ironicamente, era la regina Elisabetta a governare in quel periodo. Quando Olivia incontra Viola/Cesario, percepisce un aspetto femminile che sembra attraente ai suoi occhi.
Shakespeare utilizza sia la sessualità che il genere come strumento per aggiungere ulteriore complessità alla trama e per creare profondità e diversità ai protagonisti. In particolare, credo che questo sia incarnato nei personaggi di Viola/Cesario e Olivia, perché essi esemplificano veramente il ritratto insolitamente moderno di Shakespeare della fluidità di genere. Shakespeare, attraverso questa opera, sembrerebbe mostrare al pubblico alcune potenzialità nascoste nella società e forse suggerisce di considerarle come un’opzione».
PERSONAGGI E INTERPRETI
Orsino, Seconda guardia Leonardo Tosini
Viola, poi travestita da Cesario Elisa Grilli
Sebastiano, Valentino Gianluca Bozzale
Olivia Francesca Sartore
Maria, Prima guardia Maria Celeste Carobene
Sir Andrew Aguecheek, Prete, Curio Gaspare Del Vecchio
Sir Toby Belch, Capitano, Antonio Riccardo Gamba
Malvolio Valeria Perdonò
Feste Cristiano Parolin
-
Assistente alla regia Sonia Soro
Scene Alberto Nonnato
Costumi Lauretta Salvagnin
Luci Roberto Raccagni
Drammaturgia sonora e musiche John Cascone
Movimenti di scena Norman Quaglierini
Fonico Giacomo Venturi
Sarta Barbara Odorizzi
Foto Serena Pea
-
Durata 2h 15’ senza intervallo
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova