Dopo il fango, nuovo corso per la Casetta Michelino

PONTEVIGODARZERE. L’Associazione Progetto Senes Onlus ha un utile di poco più di un milione, per la precisione 1.014.492,94. È quanto ha saputo mettere da parte il Consiglio di gestione di Casetta Michelino e di Casetta Altichiero, i due asili diurni per anziani della città. L’attuale direttivo è presieduto da Ruggero Manzato, che ha preso il posto di don Andrea Contin, travolto dallo scandalo della canonica del sesso. L’Onlus intende chiarire la propria situazione economico finanziaria perché non si associ il suo nome a buchi, debiti o spregiudicati movimenti di denaro. Ma soprattutto vuole sottolineare che la fiducia posta nelle loro mani dalle famiglie dei nonni assistiti è sicura. Dal bilancio del 2016 di Casetta Michelino - circa 70 utenti e 24 operatori - si evince che l’Onlus ha due voci d’entrata importanti: 779.700,89 euro da parte della Regione e 271.196,32 dalle famiglie degli utenti. L’anno scorso ha registrato un utile di 22.917,58 euro. Ad ogni chiusura di anno, più o meno da quando la struttura è stata aperta (2001 nasce la Senes, 2004 apre Casetta Michelino), è stato messo da parte un “tesoretto” per il futuro. Che si è tradotto in Casetta Altichiero nel 2008 e che potrebbe diventare Casetta Campo San Martino (nel paese di Contin, un progetto che è già in piedi e manca della delibera regionale) e desidererebbe chiamarsi Casetta San Lazzaro (un’idea, questa, ancora embrionale che avrebbe dovuto coinvolgere l’ex scuola Gabelli e che rischia di naufragare).
«I progetti già avviati andranno avanti, gli altri vedremo», riferisce Alberto Borin, tra i fondatori dell’associazione. «La nostra associazione è stata dal principio strutturata senza capi o vertici. Tanto per essere chiari nessuno di noi, don Andrea compreso, poteva prelevare soldi dalla banca senza il verbale di approvazione del Consiglio. Gli assegni che Andrea firmava erano quelli della gestione ordinaria: ogni assegno deve avere una causale che giustifica una spesa precisa. Non abbiamo neanche avuto bisogno di destituire l’ex don perché si è dimesso dopo pochi giorni. Ad oggi, dopo un terremoto di fango che ha coinvolto anche chi come noi non c’entrava proprio nulla, quello che più di tutto ci inorgoglisce è che nessuna famiglia ci ha negato la sua fiducia: non un solo utente è stato portato via dalle strutture. Abbiamo scelto d’incontrare tutti, le istituzioni e abbiamo informato Regione, sindacati, Inps, ovviamente le famiglie perché Contin era l’immagine della casetta e gestiva relazioni e rapporti. Per questo, malgrado la magistratura o qualsiasi forza dell’odine non ci abbia mai chiesto niente, né conti né altro, la nostra immagine ha risentito pesantemente dello scandalo».
Elvira Scigliano
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