Dopo sette mesi Federico se n'è andato: donati gli organi

Si è spento il diciassettenne di Roncaglia rimasto coinvolto in un incidente stradale in scooter

PADOVA. Dopo oltre sette mesi d’agonia, il cuore di Federico Argenti ha cessato di battere. Il diciassettenne di Roncaglia è stato dichiarato clinicamente morto martedì mattina e ieri, per volontà della famiglia, un’equipe di medici ha espiantato il fegato del giovane, unico organo ancora donabile dopo il calvario che Federico si è trovato ad affrontare in questi mesi. «Era giusto così», ha commentato papà Guido.

La sera del 9 luglio 2012 Federico si trovava di fronte alla chiesa del Crocefisso, a Padova, con alcuni amici, quando ha accettato – lui, che non possedeva un motorino e che si spostava solo in bici – di salire su una moto in compagnia di un ragazzo di 21 anni. Un incidente banale: la moto, che si muoveva a bassa velocità, è scivolata mentre scendeva da un marciapiede. Nessuno dei due ragazzi, però, indossava il casco. Federico, che nella caduta ha battuto la testa, è apparso grave fin dal primo istante. Nel reparto di neurochirurgia dell’ospedale di Padova i medici non si sono però mai dati per vinti. L’operazione per rimuovere gli ematomi era stata un successo, i mesi successivi pieni di dolore ma colmi anche di speranza. Accanto a Federico, ogni giorno, la sua famiglia: papà Guido, mamma Stefania, i fratelli Nicolò e Matteo non hanno mai smesso di crederci. Anche la nonna Ginetta Cesaron non è mai mancata al capezzale del ragazzo. I genitori, in particolare, si sono continuamente divisi tra l’ospedale e il negozio di famiglia, una rivendita di elettrodomestici in via Piovese, a Voltabarozzo, sostenuti anche dal lavoro di nonno Bruno.

In quel clima di speranza, anche i più piccoli progressi venivano accolti con gioia. «Dopo cinque mesi», racconta papà Guido, «ci parlava con gli occhi. Avevamo capito che se li chiudeva voleva dire sì». Dopo il trasferimento a Vicenza, per tentare la riabilitazione, le condizioni del ragazzo sono peggiorate a causa di un’infezione. Tornato a Padova tre settimane fa, un altro, disperato, intervento al cervello. Infine, mercoledì 6 febbraio i medici hanno spiegato ai genitori che per Federico, ormai, non c’era più niente da fare. Solo attendere che quel suo cuore forte si spegnesse.

Un altro lutto terribile e incomprensibile per la famiglia Argenti: nel 1990, Michele, fratello di Guido, è mancato in un incidente stradale. Anche lui in motorino. Anche lui a 17 anni. Sconvolti dal dolore i familiari, che in questo momento di lutto ringraziano i medici e gli infermieri del reparto di Neurochirurgia dell’ospedale di Padova: «Sono stati eccezionali, hanno fatto tutto il possibile per salvare mio figlio», commenta commosso papà Guido. «Quando tutto è finito ci siamo abbracciati. Erano tutti in lacrime. So già che resteremo in contatto. Purtroppo, anche per come è andato l’incidente, Federico è stato sfortunatissimo».

In tutti questi mesi, Federico non era stato mai dimenticato dai tanti amici e compagni di classe. In tanti andavano a trovarlo: anche i professori, e persino la bidella a cui era più legato, del suo liceo, il Duca d’Aosta di Padova, gli facevano regolarmente visita, nella speranza, purtroppo rivelatasi vana, che potesse tornare tra i banchi di scuola. Appresa la tremenda notizia che Federico non ce l’avrebbe fatta, già nel pomeriggio di venerdì scorso gli amici avevano iniziato a piangerne la scomparsa, dandogli l’addio su Facebook con parole colme d’affetto. Sabato mattina, al Duca D’Aosta, i compagni hanno attaccato alle scale esterne del liceo un lenzuolo con la scritta: “Fede regna”. Se ne va un ragazzo divertente, originale, sensibile e intelligente, molto bravo a scuola, amato dalla famiglia e dai moltissimi amici che aveva tra Padova e Roncaglia.

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