Due espulsioni, spaccatura nella Cgil
Cgil contro Cgil. In passato uno scontro simile all’interno del sindacato guidato a livello nazionale da Susanna Camusso non si era mai visto. Ieri mattina, dalle 10 alle 12, una trentina di persone, tra dirigenti, delegati e iscritti a vario titolo alla Cgil, hanno protestato contro i vertici della Camera del Lavoro, accusati di aver causato l’espulsione sia di Francesco Doro, veneziano di Mira, membro del Direttivo provinciale ed operaio delle Officine Carraro, che di Andrea Berruti, delegato della Fiom-Cgil ed operaio, attualmente in cassa integrazione straordinaria, della Filippi di Arsego di San Giorgio delle Pertiche. A protestare sotto le finestre della sede di via Longhin c’erano anche Giorgio Cremaschi, del direttivo nazionale e numero uno della corrente “Rete 28 aprile”, Sergio Bellavita, della Fiom, Gianfranco Coccoli(ex Fip), quattro delegati veneziani della Fincantieri, ossia Mirco Celio, Stefano Fontana, Matteo Beretta e Stefano Castigliego, Lara Tegon e Lidia Deppieri, del Comitato di lotta Indignato OSS, Enrico Pellegrini, delegato dei Musei di Venezia, Gabriele Vesco ed altri di Rifondazione comunista. I primi a prendere la parola sono stati i due sindacalisti messi alla porta della Cgil con sentenza da parte della Commissione interregionale di garanzia per il Nordest, con sede a Piacenza e presieduta da Paolo Lanna. «Mi hanno cacciato dal sindacato dopo 18 anni di appassionata militanza», osserva Doro, l’operaio che, nelle ultime elezioni, è stato anche candidato nella lista del Partito comunista dei lavoratori «Mi viene imputato di aver messo in rete accuse pesanti contro la Camusso e di aver effettuato istigazione alla violenza. È tutta una montatura. In realtà hanno voluto colpire Francesco Doro come dissidente interno contro la linea politica della maggioranza alla Cgil di Padova».
Al vetriolo anche l’intervento di Berruti. «Le accuse sono infondate», sottolinea il dipendente della Filippi «Mi hanno espulso perché avrei apostrofato con un epiteto pesante, di natura sessuale, una sindacalista della Fiom e perché avrei cercato di formare un gruppo parasindacale all’interno della Fiom. Uno: è vero che ho usato una brutta espressione con la compagna in questione e mi scuso formalmente con lei. Ricordo, però, che anch’io ero stato apostrofato con una parola ugualmente pesante. Due: ma quale gruppo interno parasindacale! Sono pensieri politici che hanno a che fare solo con la normale dialettica interna».
Durissima la presa di posizione del leader Cremaschi. «Siamo davanti a una situazione scandalosa» sottolinea «Doro è da sempre una preziosa risorsa anche per la maggioranza della Cgil. Se il sindacato ha deciso di mandare via due attivisti così battaglieri è perché, ormai, non riesce a governare le problematiche interne alla Camera del Lavoro. Purtroppo i risultati delle elezioni politiche dimostrano che l’attuale linea politica della Cgil, quasi tutta appiattita sul Pd, è perdente. Occorre una radicale lotta di massa. Invece chi oggi comanda nel nostro sindacato, nel recente passato, ha fatto passare leggi antipopolari, tra cui quella sulle pensioni».
Immediata la risposta del segretario provinciale. «Mi sono letto con attenzione le motivazioni delle due espulsioni» dice Andrea Castagna «Le opinioni politiche non c’entrano. Sono stati analizzati singoli episodi, dei quali sono responsabili i due espulsi. Se, poi, sia Doro che Berruti sostengono di essere dalla parte della ragione, possono benissimo presentare ricorso».
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