Due madri di famiglia licenziate perché non vogliono più lavorare tutte le domeniche
«Dopo 4 anni di lavoro domenicale abbiamo chiesto alla direzione di potere vivere con la nostra famiglia almeno una domenica su due. Ma ci hanno licenziato». È questa la vicenda di Federica Franceschi e di una collega, impiegate rispettivamente da 18 e 15 anni nel negozio d'abbigliamento "Piazza Italia" del centro commerciale Airone di Monselice. «Lavoravamo entrambe a part time con un contratto che identificava chiaramente sia turni che giorni di riposo, ma dopo il marzo 2011 e la liberalizzazione delle aperture del decreto Monti, ci è stato imposto di cambiare orari e noi abbiamo accettato» spiega la commessa «Sono passati 4 anni e ogni domenica abbiamo lavorato nella speranza che cambiasse qualcosa. Mio marito e i miei figli, liberi solo di domenica, non mi vedevano quasi più. Ci ho pensato tanto, ho cercato di tenere duro, ma poi non ce l'ho più fatta: ho una famiglia, una vita che quasi mi è stata portata via. Ho chiesto di tornare ai turni per i quali ero stata assunta ma mi hanno risposto di no». Federica e la sua collega, che aveva vissuto il medesimo percorso, cercano allora l'aiuto di Daniele Salvador, della Fisascat Cisl di Padova Rovigo. Insieme chiedono, nel gennaio scorso, un incontro all'ente bilaterale di categoria per discutere con la parte datoriale. Nessuno però si presenta. Le due commesse sono messe all'angolo, ignorate, e quando decidono di provare a tornare ai turni contrattuali vengono cacciate dal lavoro. «Da quell'incontro l'azienda ha inviato via posta e al telefono una serie di solleciti e minacce» spiega Salvador «fino al licenziamento, pochi giorni fa. Un susseguirsi di atti illegittimi che impugneremo per via giudiziaria».
Riccardo Sandre
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