Duemila fedeli al Santo per la Festa della Lingua

Basilica “internazionale” gremita per la solenne Traslazione di Sant’Antonio Padre Voltan: «Bisogna fare scelte, tentazioni e fatiche ci dicono chi siamo» 
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - PROCESSIONE AL SANTO
MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - PROCESSIONE AL SANTO

«Dobbiamo scegliere perché senza scelta non possiamo vivere». Ieri pomeriggio, padre Giovanni Voltan, Ministro provinciale dei Frati minori conventuali, ha parlato di discernimento, di consapevolezza nelle scelte, celebrando la santa messa cantata (animata dalla Cappella musicale antoniana) per la Traslazione di Sant’Antonio, tradizionalmente chiamata Festa della Lingua.

«Cambiano i tempi e le situazioni, eppure il vangelo di Gesù ci parla ancora, ci affascina, ci commuove e ci fa fare delle scelte, soprattutto se troviamo qualcuno che ce lo porge nel modo giusto. Cosa avrebbe detto Antonio?», chiede il religioso. «Che la tentazione, la prova, la fatica, sono anche opportunità: il deserto delle tentazioni non è solo un postaccio, ma un luogo spirituale perché è lo Spirito a portarci in questa palestra dove giochiamo le nostre scelte. La scelta tra avere potere e mettersi a disposizione degli altri; tra apparire ed essere; c’è da discernere tra bene apparente e bene reale: il demonio, come ha spiegato papa Francesco, presenta il male come bene e il falso come vero confondendo così il nostro cuore. Occorre imparare a non fermarsi a livello immediato e superficiale ma riconoscere quello che lascia dentro di noi un’impronta buona e duratura perché viene da Dio e vale per il nostro bene». Nel “deserto” dunque c’è da «lottare», ma è anche «un’occasione di crescita». «Non sappiamo mai bene chi siamo noi stessi, se non nel momento della prova, della fatica, della tentazione. Dunque è necessario non guardare sempre se stessi o le proprie cose, i propri “casini”».

Un’omelia intensa prima della processione con le reliquie di Sant’Antonio, portate in spalla dalla Confraternita dei macellai, in una basilica internazionale, salda con una devozione intima. La Festa della Lingua è il secondo momento antoniano dopo la solenne festa del 13 giugno. Che ricorda il ritrovamento della lingua incorrotta del Santo dopo oltre 750 anni, dopo poco più di trent’anni dalla sua morte. Ieri sera, lentamente, una folla di duemila persone si è mossa composta verso la cappella delle Reliquie, a cominciare dalle confraternite, fino alla platea, tra canti e litanie. Prima della benedizione il rettore della basilica, padre Oliviero Svanera, ha sottolineato la vicinanza dei ragazzi del Calcio Padova. I frati della basilica hanno infine ricordato il bilancio del movimento spirituale registrato nel santuario nel 2107: 3,5 milioni di visitatori, con fedeli provenienti da 77 nazioni, dall’Albania al Vietnam.

Elvira Scigliano

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