È guerra legale tra l’artista Rabarama e le Gallerie Vecchiato

Lei fa denuncia per truffa e appropriazione indebita e presenta istanza di fallimento per 1,2 milioni. La replica: «Abbiamo la sua esclusiva fino al 2021, le sue pretese creditorie non hanno fondamento»

PADOVA. È guerra di carte bollate tra l’artista Rabarama, al secolo Paola Epifani, 44 anni e Vecchiato Art Galleries srl di Padova. L’artista, che vive e lavora tra la città del Santo e Saint Tropez, assicura di vantare un credito ingente (per sue opere vendute per le quali avrebbe incassato poco o nulla) nei confronti della Galleria e ha deciso di muoversi in due direzioni: ha presentato istanza di fallimento al tribunale di Brescia (che ha competenza territoriale) per 1,2 milioni e ha denunciato per truffa, appropriazione indebita e violazione dei diritti d’autore i titolari della Galleria stessa. L’inchiesta penale è in mano al sostituto procuratore Emma Ferrero che ha incaricato la Guardia di Finanza di compiere ulteriori accertamenti.

La galleria respinge in toto quanto dice l’artista e si è rivolta al tribunale speciale di Venezia per contestarle l’inadempienza contrattuale.

Tutto era andato bene tra le due odierne controparti fino alla morte di Dante Vecchiato, mancato a soli 54 anni a fine 2010. Era il titolare delle omonime, quanto prestigiose gallerie d’arte (ora guidate da sua sorella Cinzia e da suo marito), le più famose con sede a Padova e a Milano. Fu proprio lui a scoprire l’arte di Rabarama (della quale fu compagno per diversi anni) riconoscendone da subito il potenziale, ma soprattutto riuscendo in pochissimo tempo a farle conquistare il favore del pubblico e della critica internazionale. I problemi sono sorti dopo la sua morte. «Ho appreso che Vecchiato Art Galleries srl, Vecchiato Arte srl hanno diffuso affermazioni inveritiere, ingiuriose e diffamatorie nei miei confronti» scrive Rabarama nel sua pagina Facebook e nel suo sito «A tutela di tutti gli acquirenti preciso che vanto un ingente credito nei confronti della Vecchiato Art Galleries srl, e sono estremamente preoccupata perché non sono ad oggi riuscita ad ottenerne soddisfazione; alla fine del mese di luglio 2014 sono stata quindi costretta a rivolgermi all’autorità giudiziaria al fine di tutelare i miei interessi, nonché sto agendo per salvaguardare anche l’intero patrimonio della mia debitrice, nell’interesse, non solo mio, ma dell’intero ceto creditorio. Nel novembre 2011 ho sottoscritto in perfetta buona fede un contratto con Vecchiato Art Galleries srl; da circa un mese, d’intesa con i miei legali, ho dovuto immediatamente sospenderne gli effetti. La situazione della mia debitrice mi ha costretto ad interessare della problematica il tribunale di Brescia, a cui ho chiesto protezione per il mio credito, nell’interesse comune dell’intero ceto creditorio».

«La Epifani ha sottoscritto con la nostra galleria un contratto di esclusiva» ribatte Vecchiato Arte «valido fino al 2021. Le pretese creditorie di Rabarama sono prive di fondamento e le sue condotte contrattuali inadempienti saranno valutate nelle sedi giudiziarie opportune. Comunque tutte le opere di Rabarama commercializzate dalla nostra galleria e archiviate da Cinzia Vecchiato, sono autentiche».

«Dal 13 agosto 2014 le sole autentiche valide sono quelle emesse da Rabarama, mi dichiaro disponibile a valutare gratuitamente anche le autentiche precedentemente emesse, sulle quali non vi è ragione di avere dubbi» ribatte la Epifani.

Nell’agosto del 2011 la galleria di via Alberto da Padova era stata colpita da un provvedimento iniziale da parte della Siae per una lunga chiusura e una maxi multa in merito al mancato rispetto della legge che prevede che il venditore d’asta o il gallerista, quando vende le opere, debba riconoscere all’autore una percentuale. Una decisione alla quale si era opposta con fermezza la titolare Cinzia Vecchiato, assicurando che loro erano in regola e annunciando opposizione al verbale d’accertamento.

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