E la gente rinuncia anche alla piscina

«Abbiamo avuto un calo anche del 20 per cento: per rinfrescarsi ora vanno nei centri commerciali»
BARON - INCIDENTE AL PADOVALAND BARON - INCIDENTE AL PADOVALAND
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Le famiglie non hanno soldi e la prima voce che si taglia in un registro domestico è quella del divertimento. Basta andare in una piscina padovana una qualsiasi domenica mattina per scoprire che file interminabili all’ingresso e lettini “divorati” da masse festanti di bagnini sono solo un tenero ricordo del passato. Il parcheggio è in prima fila; la sdraio e l’ombrellone a bordo vasca; il bar una pista di lancio libera da ostacoli.

La dura prova dai numeri: la maggior parte degli impianti acquatici cittadini hanno registrato una flessione del 20% rispetto agli anni passati. In testa il Plebiscito, uno dei punti di riferimento delle famiglie padovane e Padovaland, vecchio paradiso d’acqua per i bambini dell’intera provincia. «Abbiamo registrato una flessione del 20%», ammette Gianfranco Barbiero, degli impianti al Plebiscito, «ma non riguarda solo il nostro mondo. Certo una volta la piscina era il luogo dove rinfrescarsi in città, adesso per questo ci sono i centri commerciali con l’aria condizionata e nessun obbligo di spendere. Solo un ricordo le domeniche con 1000 ingressi: oggi non arriviamo a 500». Quanto costa una giornata in via Plebiscito? L’ingresso sono 7,50 euro, 9 euro se festivo (mentre gli abbonamenti vanno da 35 euro per 5 ingressi a 190 euro per stagione). Con riduzioni per i bambini fino a 12 anni; dalle 17.30 alle 19 e per gli over 65. Poi c’è l’ombrellone, 2 euro e il lettino 3,50 euro.

Va ancora peggio al Padovaland di via Regione Veneto: spazi imponenti per il divertimento addirittura dentro la città, ma anche qui una flessione «almeno del 20%», scandisce Enrico Pozzi, «a scendere è tutto il settore: le famiglie non hanno soldi perché non c’è lavoro e non gira denaro, a mancare non è la voglia di divertirsi ma la possibilità».

Infine Padova 2000, un altro pilastro tra le piscine padovane. «Non è tanto sugli ingressi che segnaliamo una riduzione perché offriamo prezzi concorrenziali: 4 ingressi (2 adulti e 2 bambini) 25 euro», spiega il direttore Paolo Tornatore, «Il calo si registra con i corsi per adulti, dove c’è una perdita del 13%. Malgrado questo abbiamo avuto anche dei picchi nelle domeniche di bel tempo con 3000 ingressi. Il punto a favore della città è che non ci sono molti impianti». Tanto che c’è chi la parola crisi non la conosce, come il Godenda club di via Monte Pertica, ex Couver rilevato 6 anni fa dai soci del Godenda, i fratelli Andrea, Stefano e Massimo Agostini, Paola Bombino e Andrea Zanpan. Non ritoccano i prezzi da 5 anni, impongono regole ferree ai soci (vietato ai minori, non si fanno pic nic e non ci si siede sul prato), ma offrono un servizio supercompleto: ingresso più lettino 10 euro sabato e domenica, 7 euro durante la settimana. Al venerdì i party a bordo piscina sono la svolta della movida con fiumi di mojito fino alle 3 di notte e 400 ingressi garantiti.

Elvira Scigliano

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