È morto Gipo Farassino cantore del Piemonte

TORINO. Cantava le periferie di Torino, dove era nato, le difficoltà della gente comune e dei “travet”, che nel suo dialetto sono gli impiegati più umili. La canzone dialettale piemontese è in lutto...
Umberto Bossi (S) con Gipo Farassino, Roberto Cota e Giulio Tremonti al teatro Carignano di Torino il 9 aprile 2010. ANSA/ TONINO DI MARCO
Umberto Bossi (S) con Gipo Farassino, Roberto Cota e Giulio Tremonti al teatro Carignano di Torino il 9 aprile 2010. ANSA/ TONINO DI MARCO

TORINO. Cantava le periferie di Torino, dove era nato, le difficoltà della gente comune e dei “travet”, che nel suo dialetto sono gli impiegati più umili. La canzone dialettale piemontese è in lutto per la morte di Gipo Farassino, 79 anni, uno degli ultimi interpreti del genere. Chansonnier dalla lunga carriera, attore, ma anche politico vicino alla Lega Nord e all’amico Umberto Bossi: per tre volte consigliere regionale, è stato anche assessore all’Identità Piemontese della Regione Piemonte e europarlamentare. Un «vero simbolo del Piemonte», come lo ha definito il governatore Roberto Cota. Un «uomo di cuore e di intelligenza» ha aggiunto il sindaco di Torino, Piero Fassino.

Per Farassino la passione di una vita è stata però la canzone, a cui dagli anni Sessanta in poi ha dedicato una produzione di quasi 40 album. Da “Avere un amico”, il successo che lo rende famoso, a “Matilde Pellissero” fino a “Cor nen va pian”. I suoi concerti erano happening generosi che non si sapeva mai a che ora finissero. Cantava finché ce la faceva. La gente lo amava perché si sentiva capita.

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