Ecco il piccolo Noè, venuto al mondo in auto

PONTE SAN NICOLO’. “Superato il municipio di Ponte San Nicolò mi sono accorto che Noè era fuori con la testina e la mano destra. Mia moglie mi ripeteva che le spinte si facevano sempre più forti e che alla Casa di cura di Abano Terme, dove avevamo deciso di far nascere il nostro bambino, non saremmo mai arrivati in tempo. Così, dopo aver chiamato il 118, mi sono fermato con l’auto sull’area di sosta dell’hotel Marconi di Roncaglia di Ponte San Nicolò e con l’aiuto dell’operatore del 118 che mi ha guidato dal telefonino che avevo messo in viva voce sulla pancia di Daniela, sono riuscito a far nascere Noè. Quand’è arrivata l’ambulanza seguita dall’auto medica mio figlio era già impegnato con le prime poppate attaccato al seno della mamma”.
Pier Paolo Lovisetto, trentaseienne autotrasportatore di Codevigo, il giorno dopo racconta quei minuti di paura vissuti nella sua Citroen C4 mentre stava accompagnando la moglie Daniela Santinato a partorire alla Casa di cura del centro termale. Paura che si è trasformata in una gioia immensa quando Noè ha emesso i primi vagiti. “Quando l’operatore del 118 che mi assisteva via cellulare ha sentito Noè piangere mi ha subito tranquillizzato. “Questo è il pianto che noi sanitari ci piace sentire in questi casi”, ha esclamato.
“Parole che mi hanno rassicurato, come pure la sua competenza nel dettarmi i movimenti che dovevo fare. Un attimo di paura per la verità l’ho avuto nel momento in cui ho visto che il bambino aveva la faccia riversa verso la gamba sinistra di Daniela e temevo che si potesse soffocare. Nel giro di 5 minuti sono arrivati gli operatori del Suem e alcuni medici. Solo allora la tensione si è sciolta in un momento liberatorio di grande commozione”. Se Noè non ha subito nessun trauma e a distanza di meno di 24 ore dalla nascita nell’abitacolo della Citroen, che vista la temperatura rigida dell’altra sera papà Pier Paolo ha tenuto col motore acceso per evitare che venisse al mondo al freddo e al gelo, è merito della forza della mamma e del coraggio del marito.
“Pier Paolo è stato davvero bravo, una mia amica scherzando mi ha detto che il terzo figlio lo posso tranquillamente far nascere in casa visto che ho un marito ormai ha imparato come fare”, commenta con il sorriso sulle labbra dal letto al terzo piano del reparto di Ostetrica dell’ospedale di Padova, Daniela Santinato. “E’ stata un’avventura a lieto fine. Sabato sera in quel parcheggio ci sono stati momenti di tensione e di paura e francamente non pensavo che andasse tutto per il verso giusto. Sono felicissima. Mio marito è stato bravissimo ma un grosso aiuto gliel’hanno dato i sanitari del 118. Vorrei ringraziarli tutti, uno per uno. Purtroppo mi ricordo solo un nome: Claudio. Spero che vengano a trovarmi in reparto così avrò modo di esprimere tutta la mia gratitudine per quello che hanno fatto”. Ieri pomeriggio Daniela ha ricevuto un’infinità di visite da parte di parenti e amici. Oltre a Noè, che pesa kg 3,235, mamma Daniela si è tenuta vicino il fratellino Luca di 4 anni che, com’è comprensibile, ha dimostrato di essere un po’ geloso delle attenzioni che nonni e zii hanno riservato al fratellino. Per questo non si è mai staccato un attimo dalla mamma.
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