Ecco la nuova Torre della Ricerca, il sogno è realtà

PADOVA. Su 1.800 bambini che si ammalano di tumore in Italia, 1.500 continuano a vivere. Trent’anni fa per loro non c’era speranza. La scommessa è farli guarire tutti. Ecco a cosa serve la Torre della Ricerca della Città della Speranza dove 350 ricercatori saranno impegnati da ottobre nel più grande polo europeo dedicato alla ricerca scientifica sulle malattie infantili. Ieri all’inaugurazione della struttura erano presenti un migliaio di persone. L'opera, costruita in soli tre anni richiama l'immagine di un angelo con le ali socchiuse e di una molecola del Dna con la sua doppia elica ascendente per trasmettere il doppio messaggio di fiducia nella scienza e di solidarietà umana verso chi soffre.
In apertura della cerimonia, la lettura del messaggio del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: «Il dare vita ad un istituto di ricerca contando prevalentemente sulle donazioni dei cittadini è un'impresa non comune e la Torre della Ricerca simboleggia ciò che l'Italia è stata nei momenti migliori, con l'aiuto di tutti». «Pensavo che i sogni non esistessero, ma il sogno di tanti può cambiare il mondo» ha detto Andrea Camporese, presidente onorario della fondazione Città della Speranza. Oggi, qui, sono presenti bambini che erano malati e son guariti che ci spronano a far ancora di più». Il presidente Franco Masiello ha chiesto un minuto di silenzio per quei bimbi che son volati in cielo, auspicando il ritorno qui a Padova dei ricercatori emigrati in mezzo mondo. Visto che ora la “casa” c’è. Più di una parola l’ha spesa per i volontari, molti, con un cuore grande. Ha ricordato l’impiego dei carcerati che qui avviene da tempo: sabato scorso hanno pulito l’intera Torre. «Quando tutti collaborano il risultato si ottiene, in tre anni è stata realizzata quest’opera» ha aggiunto il sindaco Flavio Zanonato. La presidente della Provincia, Barbara Degani ha ringraziato gli sforzi congiunti del Veneto migliore. L’architetto Paolo Portoghesi che ha progettato la struttura, ha confermato il tempo di realizzo record di un edificio «che è un inno alla vita», ringraziando l’intera città. «Esprimo la mia viva ammirazione» ha aggiunto il vescovo Antonio Mattiazzo prima della benedizione, «ricordo l’importanza che il vangelo dà ai malati». La struttura ospiterà in due piani anche la nuova sede dell'Istituto Zooprofilattico delle Tre Venezie. La realizzazione della Torre della Ricerca è stata resa possibile oltre che dalla donazione dell'area da parte del Comune, anche dalla sottoscrizione di una donazione di 32 milioni di euro a cui hanno partecipato decine di migliaia di cittadini, in maggior parte veneti.
Le origini della Torre risalgono al 2004, quando Anna Maria De Claricini, pediatra milanese di origini padovane dona alla Città della Speranza 4,5 milioni di euro per la ricerca. Fu la prima pietra. Forse la più importante.
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