Edificio trecentesco, nel passato noto come Ca’ d’Oro

Completamente restaurato nell’Ottocento. Una targa ricorda il soggiorno di Dante. Ospita la libreria dal 1990

Il trecentesco Palazzo Romanin Jacur sorge su piazza Antenore, adiacente a Palazzo Sala. L’edificio, che in antico era chiamato Ca’ d’Oro perché richiama i palazzi veneziani, è stato decisamente restaurato nell’Ottocento e ricostruito in chiave neogotica. Sulla facciata sono visibili due iscrizioni. In quella di sinistra si ricorda che qui dimorò, nel 1306, Dante Alighieri, ma la notizia è inattendibile, pur essendo certo che il poeta sia stato a Padova e conoscesse bene la città.

Nell’Ottocento, il palazzo fu sede del “Gabinetto di lettura” e luogo d’incontri e discussioni politiche. Ad esso fanno capo i due periodici padovani dell’epoca: il “Giornale euganeo di scienze lettere arti e varietà” (1844-48) e il “Caffè Pedrocchi” (1846-48) cui collaborarono il Prati, l’Aleardi, il Cantù, il Tommaseo e il Fusinato. Nel 1916, inoltre, il palazzo fu bombardato dagli austriaci.

Venendo alla storia più recente, va ricordato che nel dicembre del 2011 il palazzo fu transennato in via precauzionale dopo che dal secondo piano si staccò un fregio ornamentale, che rappresentava un animale. Sul posto l’intervenutodei vigili del fuoco e degli agenti della polizia municipale. L’area fu transennata e messa in sicurezza in attesa dei lavori di ripristino. Il palazzo ospitò i primi Romanin Jacur, i tre fratelli Michelangelo, Emanuele e Leone e in seguito i loro discendenti. Si tratta di uno dei casati più illustri della città, che hanno segnato la storia economica in tutto il Novecento. La storia della Libreria Feltrinelli in città comincia il 16 maggio 1975, data di inaugurazione della sede di via San Francesco 14. Quindici anni dopo, il 22 giugno ’90, la libreria si sdoppia: la sede storica si trasforma in una Feltrinelli International e al numero 7 della stessa via nasce quella che, da quel momento e per tutti gli anni successivi, è stata la libreria di riferimento per lettori, studenti, professori ed esponenti della cultura, dell’arte e della vita pubblica padovana. (a.f.)

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