Elio e le storie tese salutano Padova: l'ultimo concerto

Anche qualche lacrima alla fine fra il pubblico per la band che chiude la carriera: la recensione del live alla Kioene Arena 

PADOVA. Vuole la leggenda che il 21 aprile 1988 Sant’Antonio sia apparso al contadino Luigi Kioene, che stava zappando la sua terra. «Sulla tua terra devi erigere un’arena che ospiterà band eccezionali» fu la richiesta del santo «ma soprattutto che possa essere il teatro adatto al concerto d’addio di una grande band». A distanza di trent’anni la profezia si è avverata: la Kioene Arena del fu contadino Luigi ha raccolto l’ultimo saluto padovano a Elio e le Storie Tese, band milanese che ha annunciato lo stop definitivo ai live.  

"Arrivedorci": l'ultimo live di Elio e le storie tese a Padova

Ovvio, la leggenda è l’ennesima simpatica invenzione di Elio e company, che in oltre trent’anni di attività hanno abituato i fan a pazzie e trovate di ogni genere. Che quello di ieri sera sia stato l’ultimo concerto padovano di sempre del complessino, invece, pare essere un’amara quanto incontestabile realtà.  

Dopo il debutto di venerdì sera a Montichiari (Brescia), il “Tour d’Addio” degli Elio e le Storie Tese è arrivato in Veneto, alla Kioene Arena di Padova, città che già nel maggio 2016 registrò l’ultimo live di Rocco Tanica con la band. Il parterre si è riempito in ogni centimetro quadrato – l’ultimo saluto agli Elii non poteva che essere in piedi, saltando, ballando e cantando – mentre più di qualche posto vuoto si è visto negli spalti.  

Dopo il sermone di “Carmelo” Cosma – già sentito al Forum di Assago – che fa da ode funebre al complessino, il concerto si apre con la storica “Servi della gleba”, il brano giusto per accendere il pubblico all’insegna dell’amarcord. Il complessino si presenta con abiti orientaleggianti, al gran completo (eccezion fatta ovviamente per Tanica), con una Paola Folli come sempre sopra le righe e con l’aggiunta del “tredicenne” Diego Maggi alle tastiere.

Con uno sfondo di finte stelle che sa quasi di romantico, gli Elii sfoderano le hit di trent’anni di carriera: “Burattino senza fichi”, “La vendetta del fantasma Formaggino”, “Cateto”, “La follia della donna”, “Fossi figo”, “Essere donna oggi”, per far esplodere il pubblico di fans con il lungo medley che si apre con il “Pipppero” e continua con “La visione”, “Vacanza alternativa”, “Urna”, “Discomusic” e “Born to be Abramo”.

Vero mattatore, manco a dirlo, è l’artista a sé Mangoni, che scende anche tra la folla e raggiunge un palo per la lap dance al capo opposto del parterre. Si continua quindi con “Tvumdb” (con al basso il vicentino Federico Malaman), dove l’assolo di sax di Feiez riempie di grande commozione tanto che a fine brano il palazzetto si riempie di un lungo e continuato “Forza Panino”, omaggio al largo factotum Paolo Panigada (in arte Feiez), scomparso vent’anni fa, stroncato da un malore durante un live. Elio e i suoi non osano interrompere l’omaggio a Feiez, che dura davvero per qualche minuto. Ad Elio non scende la lacrima, come al Forum di Assago lo scorso 19 dicembre, ma poco ci manca: «Sono sicuro che qualcuno lassù apprezzerà», assicura il cantante. Per ricordare Feiez sul palco poi salirà anche il nipote, con tanto di stemma del Comune di Crema, patria di Panigada.  

“Il vitello dai piedi di balsa”, uno dei cavalli di battaglia della band, rimette i cuori in pace e strappa risate su risate quando Mangoni si improvvisa in un improbabile “Despacito”. E via con la scaletta: “Luigi il pugilista” cantata da un Elio occhialuto, il batterista svizzero Christian Meyer che si trasforma in Dj Mendrisio con un Mangoni che balla in tenuta tirolese e un Ambri Piotta (il nipote di Feiez) a fare da dj di appoggio, quindi il nuovo capolavoro degli Elii, il testamento di fine carriera “Il circo discutibile”, parentesi di alta liricità che culmina con la voce di Federico Fellini.

“Il vitello dai piedi di balsa reprise” ed “El pube” (con tanto di trenino in mezzo ai fans guidato da Mangoni-aviatore) anticipano una sorpresa non da poco: per “Uomini col borsello (ragazza che limoni sola)”, a cantare con gli Elii sale sul palco Sir Oliver Skardy, la voce di Pitura Freska che nel 1992 incise il brano originale nell’album “Italyan, rum casus cikti” e che ieri ha anche cantato da solita una vera e propria ode alla “mona”.  

Si arriva quindi alla canzone numero diciassette in scaletta, “Gargaroz”, a cui seguono "Carro", “Parco Sempione” e l’accoppiata sanremese “La canzone mononota” e “La terra dei cachi”, «nella migliore interpretazione della mia vita», ha assicurato Elio. “Supergiovane” è l’apoteosi dell’universo eliatico, che come una supernova esplode tra irriverenti salti del Mangoni-supereroe e in rituali gesti apotropaici del pubblico in prima fila. L’esplosione implode nel buco nero di fine concerto, l’immancabile bis con “Tapparella” e quel “Forza Panino!” che è il sigillo ad ogni live degli Elii e che ieri sera è stato anche il saluto definitivo alla band lombarda.

Un buco nero in cui si versa anche qualche lacrima – sì, non manca chi esce dalla Kioene con le gote bagnate – ma che racchiude più di tre decenni di emozioni e virtuosismi, difficili da mettere in soffitta per sempre.  

Gli Elii salgono sul palco alle 21.34 per salutare il pubblico alle 00.28: tre ore di musica, alla faccia di chi li ha bollati per artisti da pensionare. 

Si è detto del palazzetto non proprio colmo, ed è forse uno degli aspetti che lasciano l’amaro in bocca in questo finale di carriera degli Elii. Dopo il “concerto definitivo” di dicembre al Forum di Assago, che doveva essere l’ultimo della storia del complessino ma che ha aperto le porte – non senza polemiche - a Sanremo e ad un tour, più di qualche sorpresa negativa è arrivata anche nelle date che da qui al 30 giugno chiuderanno la carriera del gruppo.

Rimanendo in Veneto, ad esempio, il concerto del 25 maggio alla Zoppas Arena di Conegliano (Treviso) è stato annullato, mentre quello dell’1 maggio all’Arena di Verona è stato posticipato al 9 giugno e spostato al Teatro Romano. Bella location, certo, ma non certamente quanto l’Arena. E così per altre date, come quella del 23 aprile al Forum di Assago, rimandata al 26 giugno al Carroponte di Sesto San Giovanni.

Pochi biglietti venduti e rischio figuraccia? Può essere, se è vero che l’annullamento della data trevigiana non è comunque bastata a riempire la Kioene ieri sera.   Ieri sera Elio e le Storie Tese hanno cancellato polemiche e malumori come solo loro sanno fare, ormai trent’anni. Suonando. E bene. 

Ps. L’ultimo concerto della carriera del complessino sarà il 29 giugno a Barolo (Cuneo): ieri sera Elio ha annunciato la presenza di Rocco Tanica al live. Perché un addio a famiglia completa, si sa, è tutta un’altra cosa. 

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