Elisa, una laurea alla memoria

L’università ricorda la studentessa morta in Spagna e pianta un albero. La mamma incontra il Papa
BASCHIERI - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - COMMEMORAZIONE ELISA VALENT.
BASCHIERI - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - COMMEMORAZIONE ELISA VALENT.

Ha coperto le radici con un po’ di terra, come i docenti del Bo prima di lei, e ha sfiorato i petali rosa con la mano. Un gesto delicatissimo, quasi impercettibile. Una carezza alla sua Elisa, di cui quell’alberello in fiore perpetua ora la memoria. Una lacrima sulla guancia, la mano a stringere quella dell'altra figlia, Sara. Nessun singhiozzo, solo sorrisi nell'ascoltare i ricordi commossi dei professori. La mamma di Elisa Valent, Anna Bedin, è una donna incredibile, dolce come solo una mamma sa essere. E forte come solo una donna in certe situazioni. È stato chiaro fin da subito, ma ieri ne ha dato un’altra splendida prova durante la cerimonia alla facoltà di Lettere. A un anno dall’incidente in Spagna, che ha strappato alla vita tredici studentesse Erasmus, anche l’Università di Padova ha voluto ricordare il suo fiore reciso: la giovane Elisa, 24 anni, capelli biondi e magnetici occhi azzurri. Originaria di Venzone (Udine), aveva scelto di proseguire i suoi studi a Padova con il corso di laurea magistrale in Filologia moderna. Nella sede dove studiava, palazzo Maldura, ora sorge per lei un Prunus in fiore: è stato piantato ieri, a poche ore dallo scoccare della primavera, dai docenti dell’Università e dalla sua famiglia. Poi la professoressa Daniela Mapelli, prorettore alla Didattica, ha consegnato alla famiglia l’attestato alla memoria degli studi compiuti, un documento simbolico che viene conferito in circostanze particolari come la prematura scomparsa di uno studente. «Se Elisa fosse qui», ha detto poi Anna Bedin, «sarebbe felice di sapere che quest’albero in sua memoria è stato piantato a Padova, la città che l'aveva adottata e dove stava coltivando tante esperienze emozionanti. Era sempre stata una brava studentessa e avrebbe voluto insegnare letteratura italiana, dopo la laurea. Oppure continuare gli studi, magari iscrivendosi a Psicologia».

Ieri il giardino di palazzo Maldura era gremito di studenti: in prima fila i colleghi e gli amici di Elisa, commossi. La famiglia è arrivata in città nel pomeriggio, di ritorno dal viaggio a Roma dove ha partecipato alla messa che papa Francesco ha voluto dedicare alle ragazze: «L’abbraccio del Santo Padre», ha raccontato la mamma di Elisa, «è stata un’emozione forte. Ha avuto la sensibilità di ricordare le nostre ragazze proprio oggi, a un anno esatto dalla loro morte, e più o meno all'ora dell'incidente, per stare insieme come lo erano le nostre figlie lo scorso anno. Abbiamo chiesto al Papa di pregare per le ragazze ma anche per noi, che viviamo sempre lo stesso dolore».

Silvia Quaranta

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova